Pavia, in «vendita» la Certosa che va a pezzi

Pavia, in «vendita» la Certosa che va a pezzi Il progetto: affidarla ai privati.
Ma per i restauri servono oltre 10 milioni. La polemica, anche politica, è aperta
Il gioiello è in gran parte inagibile e il demanio lo vuol dare in concessione
Il Corriere della Sera 19 Novembre 2013 – di Isabella Fantigrossi

 

È uno dei gioielli pubblici più famosi d’Italia, ma oggi il suo destino è quanto mai incerto. L’Agenzia del demanio ha appena inserito la Certosa di Pavia in un elenco di opere -il progetto «Valore Paese-dimore» – da cedere in concessione a privati per cinquant’anni. Tra qualche anno, dunque, l’area del monumento potrebbe essere trasformata da qualunque privato che abbia i soldi per sobbarcarsi i costosissimi restauri. Già, perché oggi l’intero complesso, dal 1968 gestito dai monaci cistercensi, è in uno stato di semi abbandono, nonostante sia di richiamo per 700 mila turisti ogni anno. La denuncia arriva dal neocomitato per il rilancio del monumento, Vivi Certosa.
Secondo i suoi membri – cittadini di Certosa, Borgarello, Giussago, Pavia e appartenenti a Italia Nostra – la Certosa è diventata ormai «un vero e proprio monumento all’incuria». Abbiamo provato a fare una visita, giovedì scorso, insieme con una comitiva di turisti inglesi: quello che abbiamo potuto vedere (illustrato nel disegno sopra)è proprio poco. Il chiostro grande, per esempio, il più bello del complesso, non sempre è aperto e giovedì non lo era. Inoltre quando l’accesso è consentito, delle 24 celle dei monaci, solo due sono visitabili: «Le altre, con i tetti da riparare, sono rovinate dall’umidità e dalle muffe», dicono due del comitato, Fabrizio Borsa e Marco Zanella. Chiusi da anni, invece, il cimitero, il cui accesso è sbarrato da una cancellata alla sinistra della chiesa, e le antiche scuderie. Solo due i bagni a disposizione dei turisti, vecchi e sporchi. Senza contare che il tram a cavalli che una volta effettuava il servizio dalla stazione oggi è abbandonato in mezzo alle sterpaglie davanti alla Certosa. «Gli undici frati rimasti, a cui per altro la concessione è scaduta nel 2012 – spiega Franco Maurici, avvocato di Italia Nostra e membro del comitato – non sono più in grado di gestire il monumento che per essere restaurato necessiterebbe di molti milioni (più di 10 secondo le prime stime, ndr) e oggi resta aperto per poche ore al giorno. I monaci, inoltre, hanno sempre consentito l’accesso gratuitamente, chiedendo solo un’offerta volontaria esentasse. Ma senza gli incassi dei biglietti lo Stato non è in grado di fare manutenzione». Il comitato, contrario alla privatizzazione, vorrebbe invece mettere la Certosa nelle mani di un commissario. «Un architetto, l’Università di Pavia, associazioni e comunità locali dovrebbero invece elaborare insieme un piano di recupero e di riuso – dice Maurici- mentre all’interno, come in tutti i musei d’Europa, dovrebbero sorgere servizi per i turisti con guide specializzate, sale lettura, bar, bagni nuovi. In questo modo si creerebbe anche occupazione». Per ora gli unici a essersi mossi accanto al comitato sono i Cinque Stelle. Pochi giorni fa in Senato è stato approvato l’ordine del giorno, firmato dal grillino Luis Orellana, che impegna l’esecutivo a intervenire per tutelare la Certosa. In Regione, invece, si è mossa il consigliere Jolanda Nanni, che ha chiesto a Roberto Maroni, in vista di Expo, di occuparsi del rilancio del monumento. Per il momento, però, nessuna risposta.] È uno dei gioielli pubblici più famosi d’Italia, ma oggi il suo destino è quanto mai incerto. L’Agenzia del demanio ha appena inserito la Certosa di Pavia in un elenco di opere -il progetto «Valore Paese-dimore» – da cedere in concessione a privati per cinquant’anni. Tra qualche anno, dunque, l’area del monumento potrebbe essere trasformata da qualunque privato che abbia i soldi per sobbarcarsi i costosissimi restauri. Già, perché oggi l’intero complesso, dal 1968 gestito dai monaci cistercensi, è in uno stato di semi abbandono, nonostante sia di richiamo per 700 mila turisti ogni anno.

La denuncia arriva dal neocomitato per il rilancio del monumento, Vivi Certosa. Secondo i suoi membri – cittadini di Certosa, Borgarello, Giussago, Pavia e appartenenti a Italia Nostra – la Certosa è diventata ormai «un vero e proprio monumento all’incuria». Abbiamo provato a fare una visita, giovedì scorso, insieme con una comitiva di turisti inglesi: quello che abbiamo potuto vedere (illustrato nel disegno sopra)è proprio poco. Il chiostro grande, per esempio, il più bello del complesso, non sempre è aperto e giovedì non lo era. Inoltre quando l’accesso è consentito, delle 24 celle dei monaci, solo due sono visitabili: «Le altre, con i tetti da riparare, sono rovinate dall’umidità e dalle muffe», dicono due del comitato, Fabrizio Borsa e Marco Zanella.

Chiusi da anni, invece, il cimitero, il cui accesso è sbarrato da una cancellata alla sinistra della chiesa, e le antiche scuderie. Solo due i bagni a disposizione dei turisti, vecchi e sporchi. Senza contare che il tram a cavalli che una volta effettuava il servizio dalla stazione oggi è abbandonato in mezzo alle sterpaglie davanti alla Certosa. «Gli undici frati rimasti, a cui per altro la concessione è scaduta nel 2012 – spiega Franco Maurici, avvocato di Italia Nostra e membro del comitato – non sono più in grado di gestire il monumento che per essere restaurato necessiterebbe di molti milioni (più di 10 secondo le prime stime, ndr) e oggi resta aperto per poche ore al giorno. I monaci, inoltre, hanno sempre consentito l’accesso gratuitamente, chiedendo solo un’offerta volontaria esentasse. Ma senza gli incassi dei biglietti lo Stato non è in grado di fare manutenzione».

Il comitato, contrario alla privatizzazione, vorrebbe invece mettere la Certosa nelle mani di un commissario. «Un architetto, l’Università di Pavia, associazioni e comunità locali dovrebbero invece elaborare insieme un piano di recupero e di riuso – dice Maurici- mentre all’interno, come in tutti i musei d’Europa, dovrebbero sorgere servizi per i turisti con guide specializzate, sale lettura, bar, bagni nuovi. In questo modo si creerebbe anche occupazione».

Per ora gli unici a essersi mossi accanto al comitato sono i Cinque Stelle. Pochi giorni fa in Senato è stato approvato l’ordine del giorno, firmato dal grillino Luis Orellana, che impegna l’esecutivo a intervenire per tutelare la Certosa. In Regione, invece, si è mossa il consigliere Jolanda Nanni, che ha chiesto a Roberto Maroni, in vista di Expo, di occuparsi del rilancio del monumento. Per il momento, però, nessuna risposta.


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5 risposte a “Pavia, in «vendita» la Certosa che va a pezzi”

  1. om

    Ho letto l’articolo sulla Provincia Pavese riguardante la chiusura per protesta del museo della Certosa e le dichiarazioni del direttore del museo Letizia Lodi e il sostegno dell’assessore Infurna.
    L’impressione che ho ricavato è di persone che si autocompiacciono e che hanno una visione parziale del problema che circonda la Certosa senza accorgersi che tutto intorno crolla e che solo uno sforzo strutturale e organico può risolvere i problemi che la investono.
    Ben venga un progetto che affronta alla radice i problemi come quello che presenta l’avvocato Maurici.

  2. Marco Zanella

    Leggendo i vari post e i recenti articoli sulla stampa locale e non, mi sorge il dubbio che alcuni desiderino lasciare le cose come stanno, mi sembra inutile e fuorviante citare numeri e fare paragoni con altri importanti siti monumentali o museali italiani, proviamo a lavorare su quello che abbiamo!
    Da cittadino di Certosa da più di venticinque anni posso solo fare delle considerazioni e trarre delle conclusioni, ovviamente personali. In questi anni ho assistito al progressivo decadimento della splendida Chartusia, muri crollati, graffiti che deturpano gli affreschi, chiusura di due unità ricettive (il ristorante e il bar), l’uso abusivo (fino a poco tempo fa) di un’area verde come parcheggio a pagamento, la progressiva chiusura delle sale da visitare, orari di apertura inadeguati al flusso di turisti, completo abbandono della piazza antistante l’ingresso, mancanza di servizi igienici adeguati al numero dei visitatori, nessun collegamento tra il bus da Milano e Pavia, nessun collegamento tra la stazione ferroviaria e il monumento. L’elenco potrebbe essere più lungo, potrei citare e documentare le innumerevoli lamentele raccolte in questi anni degli incauti turisti che si sono affidati ai mezzi pubblici. Allora di che stiamo parlando? Preferiamo lasciare tutto così com’è oppure sprechiamo energie a criticare e tentare di ridicolizzare chi propone nuove idee? A oggi l’unico intervento fatto è stato quello di posizionare alcuni gazebo nella piazza per un velleitario mercatino! Da parte delle istituzioni locali c’è stata sempre indifferenza verso le proposte (non onerose) di alcune associazioni che proponevano servizi ai turisti (salvo poi come riportato dalla stampa locale, riproporle come proprie). La domanda che mi pongo e che pongo a chi ne sa più di me è: a chi giova tutto questo? A qualcuno? È solo incuria e incapacità, mancanza di idee, cattiva politica? Se veramente l’interesse delle istituzioni è proiettato verso la comunità, perché invece di collaborare con chi propone, preferisce percorrere la strada della sterile critica e dell’insulto?

  3. Gruppo di Lavoro Comunicazione

    Gentili Elisabetta e Gigi, sul Monumento stiamo promuovendo una discussione (e mi sembra ci stiamo riuscendo) aperta a tutti e senza pregiudizi, perché la Certosa è un bene collettivo, non appartiene né a un movimento politico, né ai certosini ma a tutta la comunità.

    Ci sono vincoli imposti dal demanio, che è proprietario formale del bene, ma come sappiamo, le idee, la forza delle opinioni e dei cittadini può vincere su tutti i lacci e lacciuoli

    Come gruppo civico Idealista abbiamo avuto l’onore di sostenere e presentare un progetto ( http://www.vivicertosa.it/?p=57 ) steso da Italia Nostra e dall’avv.Franco Maurici sulla riqualificazione della Certosa e a seguito delle presentazioni si è costituito un Comitato di alto profilo, non partitico, che si sta occupando di suggerire e pianificare gli eventuali interventi per rendere maggiormente fruibile il complesso e trovare le soluzioni per rendere operativi, modificare e migliorare i contenuti del progetto stesso.
    Ma non siamo ancorati a una idea preconcetta – se ci sono ipotesi interessanti, sostenibili e partecipate, cerchiamo di verificarne la sostenibilità e promuoverle.

    Come Idealista ci presenteremo alle prossime elezioni locali, a Certosa di Pavia, per proporre soluzioni intelligenti e partecipate di questo e di altri problemi che affliggono il paese di Certosa.

    Chi voglia partecipare a questo gruppo civico è benvenuto! Prossimo appuntamento in Cooperativa di Via Rinascimento a Certosa di Pavia venerdì 22 ore 21.00

  4. elisabetta previde massara

    Ho cercato di seguire i diversi commenti e proposte sulla Certosa e, mi dispiace dirlo, sono stata presa quasi da un senso d’angoscia. Troppa politica ! E’ vero che senza la politica ed i politici in Italia si possa far poco; ma la politica ed i politici troppo spesso complicano la soluzione dei problemi e la complicazione degli stessi è tanto maggiore quanto più “grossi” sono gli stessi. Cerco di spiegarmi: tutto questo attuale fervore intorno al monumento della Certosa è bellissimo, ma sembra quasi, come spesso accade in Italia, sia legato alla contingenza del momento.
    E’ vero, prima o poi occorre iniziare, ma mi permetto di ricordare a tutti noi che la Certosa è lì nella sua immutabile bellezza da secoli, ma che ormai da anni è lì nell’assoluta indifferenza delle nostre amministrazione e, purtroppo anche, di noi cittadini.
    Interventi di restauro ne sono stati fatti negli anni passati (se ben ricordo), ma penso che il Problema non sia solo questo … il Problema vero sia far vivere quell’area del nostro territorio, mantenendone inalterato il “fascino agreste”.
    Si dovrebbe ritornare alla “gestione” che la Certosa aveva qualche decennio fa (insomma non si propone nulla di nuovo). Alcuni di voi/noi certosini, un po’ meno giovani, ricorderanno quando intorno alla Certosa c’era una vera e propria comunità con famiglie che vivevano quasi nella Certosa e della Certosa: marmisti, ebanisti, giardinieri, custodi (mio nonno era uno di questi), insomma famiglie intere che rientravano nell’economia del monumento ed in completa sintonia con i frati (allora Certosini) che conducevano vita monastica. “Basterebbe” ritornare a quel concetto di Certosa (con una visione ovviamente più moderna) per ridarLe vita, rispettandone la sacralità non solo come luogo religioso, ma anche come ambiente.
    Il Problema Certosa ha diverse sfaccettature che partono dal monumento, ma che invadono prepotentemente tutto il territorio limitrofo; occorrerebbe un progetto d’insieme che deve necessariamente vedere coinvolti le diverse istituzioni, ma che dovrebbe nascere, e lo dico senza demagogia, dalla volontà e dal cuore di noi cittadini che vogliamo contribuire alla rinascita del nostro territorio (nel senso più ampio del termine), Certosa ovviamente inclusa.

  5. Luigi Alberizzi

    Sono nato e vissuto a Certosa monumento, anche se da molti anni vivo e lavoro a Genova. Ho letto e verificato personalmente lo scempio che si stata facendo del Monumento e dei relativi annessi. vorrei fare qualcosa a questo proposito. Voi cosa pensate di fare.

    Grazie

    Gigi Alberizzi

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