Semaforo intelligente sul ponte dell’ex statale

Costerà 50mila euro il semaforo intelligente che l’amministrazione Lamberti ha deciso di stanziare sul ponte di ingresso del paese. Servirà a regolare il traffico sull’ex statale 35 e a garantire maggiore sicurezza

Articolo di Stefania Prato da La Provincia Pavese
BORGARELLO. Costerà 50mila euro il semaforo intelligente che l’amministrazione Lamberti ha deciso di stanziare sul ponte di ingresso del paese. Servirà a regolare il traffico sull’ex statale 35 e a consentire di entrare e di uscire da Borgarello in piena sicurezza. La Regione Lombardia, attraverso un bando vinto da questo piccolo centro, ha stanziato 30mila euro, altri 20mila euro verranno messi a disposizione dalla Provincia. «La strada è di competenza provinciale e l’ente ha rilasciato l’autorizzazione necessaria», fa sapere Marcello Infurna, sindaco di Certosa e consigliere provinciale. «L’incrocio è oggettivamente pericoloso – dice Nicola Lamberti, primo cittadino di Borgarello -. E la realizzazione di

Il ponte sul Naviglio
Il ponte sul Naviglio all’ingresso di Borgarello

una rotonda aveva costi inaccessabili, la spesa infatti sarebbe stata di circa 800mila euro perché si doveva coprire una parte di Navigliaccio, un intervento che avrebbe determinato una serie di lavori con la conseguenza di una lievitazione dei costi». Da qui la decisione di mettere in sicurezza l’accesso al paese con un semaforo sempre verde, fa sapere Lamberti, per evitare di far aumentare il traffico sulla 35. «Sarà a chiamata, verranno installate spine all’ingresso, per rilevare la presenza di auto che arrivano da Milano e devono svoltare in paese e di mezzi che da Borgarello devono svoltare a Pavia – precisa il sindaco -. È prevista una doppia spira che valuta il flusso di auto in entrata e in uscita, in modo da tarare il tempo del verde». «In questo modo – aggiunge Infurna – non si intaserà l’ex statale 35 e, quando realizzeremo il nuovo ponte dell’area artigianale di Cascine, l’impianto semaforico di Borgarello verrà collegato con quello che posizioneremo sull’infrastruttura». Per il sindaco Lamberti«si tratta di un intervento fondamentale e che si attendeva da tempo». E spiega: «Per fortuna siamo riusciti a vincere il bando perché la situazione è diventata insostenibile. Il numero di abitanti in questi centri che si affacciano sulla statale è quintuplicato, ci sono sempre più persone che utilizzano l’auto, mentre le dimensioni della 35 sono sempre le stesse. Con un incremento delle condizioni di rischio. È chiaro che andava garantita la sicurezza dei cittadini di Borgarello, in modo da evitare possibili incidenti. Non dimentichiamo che l’idea della coda, nelle ore di punta, spinge ad azzardare e a buttarsi invadendo la carreggiata. Una situazione di pericolo continuo che ora verrà finalmente eliminata». (st.pr.)

Orlando Furioso tavole antiche e disegni di Grazia Nidasio

Una illustrazione di Grazia Nidasio
Una illustrazione di Grazia Nidasio

Da La Provincia Pavese 21 Novembre 2016 e da Biblioteca Universitaria di Pavia

Le tavole originali della nota illustratrice Grazia Nidasio, utilizzate per le immagini del libro di Italo Calvino dedicato all’Orlando Furioso, accostate alle antiche e preziose edizioni ariostesche della Biblioteca Universitaria di Pavia. “Doppia meraviglia”, anzi tripla, se pensiamo alla Carta nautica del Mediterraneo manoscritta e miniata su pergamena firmata Jaume Olives e datata 1553, un tesoro dell’Universitaria che parimente sarà in mostra.

Locandina evento
Locandina eventome Olives e datata 1553, un tesoro dell’Universitaria che parimente sarà in mostra.me Olives e datata 1553, un tesoro dell’Universitaria che parimente sarà in mostra.

 

Ecco come Pavia, con la Biblioteca Universitaria, il Comitato di Pavia della Società Dante Alighieri, la Compagnia della Corte e il Sabir Ensamble, ha pensato di celebrare i 500 anni dalla prima edizione dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto stampata a Ferrara nel 1516, con un percorso che si snoda tra letteratura, musica e arti figurative.

Nella sede della Mostra il 30 novembre si svolgerà uno spettacolo musicale del Sabir Ensamble che accosta brani del Furioso a composizioni originali del gruppo sul tema del viaggio. Nel corso dello spettacolo, inoltre, saranno proiettate le illustrazioni inedite dell’artista Marco Giusfredi create per l’occasione.

Il 12 dicembre, infine, Sergio Bozzola dell’Università di Padova terrà una Conferenza sul canto 39 del Furioso presso il Collegio Universitario S. Caterina da Siena di Pavia.

Parco Avventura il Boschetto

Parco Avventura il Boschetto … a Certosa di Pavia

Parafrasando i messaggi pubblicitari dei vari parchi “avventura” desideriamo segnalare lo stato di abbandono dell’area comunale antistante l’ingresso del super-condominio Il Boschetto a Certosa di Pavia.

In particolare l’illuminazione è in parte compromessa in quanto avvolta dai rami degli alberi, una parte delle piante non sono sopravvissute ed andrebbero sostituite, altre andrebbero potate.

Altro aspetto “spinoso”… consentiteci il termine, è la situazione in cui versa il parcheggio: sporcizia diffusa  (mancano anche cestini per i rifiuti), stalli di auto sbiaditi dopo anni di onorato servizio!

Preghiamo l’Amministrazione Comunale di Certosa di rendere dignitoso questo piazzale, con la massima urgenza!

Qui sotto alcune foto del piazzale antistante il condominio in questione

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Cittadini e rifiuti… una gestione possibile?

 

I comuni del nostro territorio nel tempo hanno sviluppato regole tese alla gestione dei rifiuti prodotti dalle famiglie residenti, ottimizzandole affinché la gestione dello smaltimento procuri il minor disagio possibile a chi produce, chi pratica la raccolta e a chi smaltisce. Le regole a ben guardare sono molto semplici: contenitori di diverso colore per scarti umidi, vetro e ferrosi, carta, plastica.

Diversa la procedura che consente di smaltire oggetti ingombranti o rifiuti speciali che richiedono un intervento mirato per i primi (mobili, computer, ecc.), è necessario chiamare un numero verde e concordare con ASM il giorno del ritiro (gratuito).

Un maggiore impegno è richiesto per gli “speciali” (lampade al neon, oli esausti, pile esaurite, ecc.) dove in mancanza di specifici luoghi di raccolta è necessario portarli direttamente presso la discarica di Montebellino.

Queste regole di buon senso spesso si “inceppano”, producendo pericoli per la sicurezza dei cittadini, lievitazione dei costi, incomprensioni e frizioni con le amministrazioni e con chi si occupa del ritiro e smaltimento.

Da parecchi mesi l’isola ecologica del condominio Boschetto di Certosa di Pavia, non è in grado di svolgere il suo compito. Cerchiamo di capire le cause e proporre possibili soluzioni.

Condominio il Boschetto Discarica improvvisata vicino al luogo di conferimento rifiuti
Condominio il Boschetto Discarica improvvisata vicino al luogo di conferimento rifiuti

Conversando con numerosi cittadini residenti, abbiamo rilevato che la principale criticità è data dal numero insufficiente dei contenitori di raccolta differenziata in rapporto ai residenti, di conseguenza chi deposita i rifiuti non trovando spazio all’interno di essi, li lascia dove trova posto. Aspetto ancor più grave e di difficile soluzione, è la nascita di discariche spontanee in prossimità del luogo di stoccaggio e quindi su suolo pubblico. Comportamento irresponsabile in quanto ciò avviene a pochi metri dalla fermata dello scuolabus.

Se per il problema dei contenitori differenziati la soluzione sembra a portata di mano (aumentarne il numero), per l’abbandono su suolo pubblico di rifiuti ingombranti è sicuramente complessa, certamente materia di urgente studio e soluzione da parte dell’Amministrazione Comunale, deputata alla sorveglianza e repressione di comportamenti scorretti. Compito che non può essere rimandato ai cittadini.

Auspichiamo quindi una rapida soluzione di rimozione dei rifiuti presenti e una concreta opera di vigilanza affinché tali comportamenti non si ripetano.

Gestione illegittima della Certosa di Pavia

Negli ultimi giorni alcuni interventi sull’annosa questione della gestione della Certosa di Pavia. Da una parte la consigliera regionale di M5S, Iolanda Nanni, evidenzia la gestione senza titolo del monumento da parte dei frati cistercensi e il possibile danno erariale da una gestione certamente non ottimale del complesso.
Dall’altra l’attuale europarlamentare Ciocca della Lega che rivendica l’apporto della Regione Lombardia per le celebrazioni del 620esimo della fondazione della Certosa e i parlamentari pavesi Chiara Scuvera e Alan Ferrari  che sottolineano l’apporto di MIBACT e Governo per le ristrutturazioni.

immagineDa residenti e cittadini, la constatazione che
– sono iniziati finalmente dei lavori di ristrutturazione promessi da tanti anni e sicuramente già in ritardo rispetto alle condizioni del monumento
– la parte esterna intorno al monumento è sempre più in degrado
– le analisi e le proposte portate avanti per anni dal compianto avv. Maurici non hanno ancora trovato realizzazione

Da Milano-Lorenteggio.com del 8 Agosto 2016

Lombardia. Certosa di Pavia, Iolanda Nanni (M5S): “5 mila euro sono briciole. Vero problema rimane la gestione illegittima del monumento.“

E’ polemica sui 5.000 euro, erogati da Regione Lombardia, per i 620 anni della Certosa di Pavia.

Milano, 8 agosto 2016 – Alle parole trionfalistiche del consigliere regionale Ciocca (in quota LEGA) che si bea dei miseri 5.000 euro, erogati da Regione Lombardia, per i 620 anni della Certosa di Pavia, Iolanda Nanni, consigliere regionale pavese del M5S, risponde: “Sono solo briciole che non sposteranno di un millimetro il vero problema della Certosa di Pavia che nessun partito, tranne il M5S, vuole affrontare e che è legato al nodo irrisolto della gestione di questo monumento, affidata da una classe politica locale indegna a una manciata di frati cistercensi, del tutto incapaci di gestire e rendere attrattivo il monumento, che ha una portata architettonica, artistica, storica e culturale mondiale. Una gestione contra legem oramai trentennale, cioè in barba alla normativa statale n. 390 del 1986″

“Già nel 2013 – prosegue Nanni – chiesi al Demanio, che ha la proprietà del monumento e di tutti i beni ivi inclusi, di fare luce sulle irregolarità della gestione. Ad agosto 2014, ottenni il via libera dalla Presidenza del Consiglio del Ministri che ingiunse al Demanio di  fornirmi i documenti che mi negava sulla gestione dalla Certosa. Da quei documenti emerse chiaramente che la gestione della Certosa risultava illegittima, poiché, dal 1984 a oggi, non esiste alcun contratto per la gestione del monumento. Attualmente, può tranquillamente affermarsi che la gestione della Certosa di Pavia, da parte dei monaci cistercensi, è “abusiva”, cioè in violazione della L. 390/1986.”

“Nel frattempo –  continua Nanni – ho attivato anche la magistratura con un esposto che è stato archiviato il 24 aprile 2015 in cui il Giudice non solo ha confermato che il degrado della Certosa è conseguenza delle implicazioni reciproche fra gestione e conservazione del monumento, ma che il monumento è a a tutt’oggi gestito senza alcun titolo da parte dei frati cistercensi. Ciò nonostante, non sono state individuate ipotesi di reato, il che è paradossale, dato che lo stesso giudice comprova l’occupazione senza titolo da parte dei frati, ma – al contempo – non ravvede, in tale occupazione, un dolo specifico che dovrebbe consistere  nel fine di occupare o trarre profitto dai terreni o edifici arbitrariamente “invasi“.”

Il Giudice – prosegue Nanni – afferma poi che «la giurisprudenza ha specificato che tale coscienza debba ricomprendere la volontà di porre in essere una turbativa del possesso che realizzi un apprezzabile depauperamento delle facoltà di godimento del bene da parte del suo titolare (n.d.r., il Demanio)», negando con ciò, che la gestione dei frati costituisca un depauperamento del godimento del bene. Su questo punto, è bene evidenziare che il depauperamento delle facoltà di godimento della Certosa è invece sotto gli occhi di tutti, dato che la Certosa è proprietà del Demanio e quindi di tutti i cittadini italiani, i quali sono costretti da anni a visitarla ad orari stabiliti dai frati (in barba alla normativa comunitaria) e con visite guidate e frettolose, gestite pure arbitrariamente dai frati, senza poter godere appieno della bellezza di un monumento che, secondo i parametri UE, dovrebbe essere aperto in maniera continuativa e visitabile nella sua interezza. Infine, nella parte dell’esposto in cui denunciavo lo stato di degrado del monumento, dovuto alla mancata pianificazione di interventi strutturali di manutenzione ordinaria, il Giudice non ha ravveduto reati, pur ammettendo che  «la Certosa di Pavia si trova in uno stato di conservazione sostanzialmente critico» e pur ammettendo che, solo a seguito del mio esposto, i Vigili del Fuoco intervennero per transennare adeguatamente le parti meno sicure della Certosa.”

Conclude Nanni: “Nel mio esposto, allegai agli atti uno Studio di Fattibilità, datato 2004, redatto dal Ministero Infrastrutture – Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche, in cui si evidenziava chiaramente che  lo stato di degrado del monumento, nel corso degli anni e a causa della gestione immobile, era pari a 30 milioni di euro. Ad agosto 2015, il Ministro Franceschini annunciò l’arrivo di 7 milioni di euro per la valorizzazione della Certosa. Ad oggi, passato un anno, non esiste ancora uno studio di fattibilitàaggiornato e strutturale sui lavori da effettuare per rendere fruibile il monumento a 360 gradi dai turisti. Né si ha traccia se detti fondi siano pervenuti e a chi siano stati assegnati, fra il Demanio, la Sopraintendenza e il MIBAC e quale pianificazione sia stata predisposta. Questa situazione di stallo è costantemente monitorata dal M5S, come unica forza politica, che da anni si batte sul territorio, in Regione e in Parlamento per ottenere trasparenza sulla gestione del monumento e piena accessibilità ai documenti da parte del Demanio che, per troppi anni, complice una politica partitica di centrodestra e centrosinistra che sostanzialmente ha taciuto sulla gestione irregolare, emersa solo grazie al M5S, si è sostanzialmente disinteressato di uno dei monumenti più importanti del nostro Paese, la cui fortissima attrattività è minata dalle  pessime condizioni di visita e fruibilità dello stesso che, per il suo prestigio, costituirebbe un insostibuile volano per l’occupazione e per il benessere della nostra Provincia.”

“Per questo motivo –  continua Nanni – il M5S ha avviato un accesso agli atti presso il MIBAC, il Demanio e il MIT (Ministero Infrastrutture) per ottenere i documenti relativi alla pianificazione annuale e triennale degli interventi sulla Certosa sollecita la regolarizzazione della sua gestione, attualmente illegittima in quanto in violazione della legge nazionale n. 390/1986 che impone che “le concessioni e le locazioni di cui al comma precedente devono prevedere la assunzione, da parte del concessionario o locatario, degli oneri della manutenzione ordinaria e straordinaria, salvo, per quest’ultima, che lo Stato ritenga necessario provvedervi direttamente, nonché degli oneri, delle contribuzioni e degli obblighi di qualsiasi natura gravanti sull’immobile.” Il testo della legge è chiaro, come è chiaro che una manciata di monaci non sia nella condizione di provvedere alla manutenzione della Certosa di Pavia e questo è il vero motivo per cui, dopo il 1984, con l’entrata in vigore della nuova legge n. 390/1986, non è stato più stipulato alcun contratto sulla gestione della Certosa. Ed ecco come mai, da oltre 30 anni, abbiamo una situazione di irregolarità di gestione palese che sta determinando conseguenze drammatiche sul suo stato di conservazione e fruibilità da parte del pubblico. Irregolarità, è bene chiarirlo, le cui responsabilità sono direttamente ascrivibili al legittimo proprietario del monumento, e cioè al Demanio dello Stato, nonché a tutto quel fronte della politica partitica che in questi anni ha sottaciuto l’intera vicenda ed è stato incapace di risolvere la questione”.

“Questa situazione – conclude Nanni –  è ormai intollerabile. Il M5S chiede che la gestione del monumento sia affidata allo Stato, che ne è legittimo proprietario, e che torni alla legalità nel pieno rispetto della normativa di legge. A differenza dei partiti che da anni ne hanno taciuto l’illegittimità della gestione, senza informare la popolazione sullo stato reale della situazione, il M5S intende fare chiarezza e continuerà la propria opera di denuncia a tutte le Autorità preposte fino a che alla Certosa di Pavia non sia finalmente restituita la dignità che un monumento merita agli occhi del mondo”.

Articolo di Stefania Prato Da Provincia Pavese del 10 Agosto 2016

M5s segnala Certosa alla Corte dei conti

La consigliera regionale Nanni: «Gestione dei monaci illegittima e danno erariale per il mancato pagamento del biglietto d’ingresso»

ristrutturazioni in corso alla certosaCERTOSA. Una segnalazione alla Corte dei Conti per danno erariale. Nel mirino della consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Iolanda Nanni c’è la gestione del monumento della Certosa che sarebbe «illegittima». Gestione affidata ai monaci che, dice la consigliera, se ne stanno occupando senza alcun titolo, «una situazione che va riportata alla legalità e che comporta danni economici per le casse statali». «I visitatori – chiarisce Nanni – lasciano un obolo ai monaci, determinando un mancato guadagno per lo Stato, proprietario del bene. Se invece si facesse pagare un regolare biglietto d’ingresso, i proventi introiettati potrebbero venire reinvestiti dall’ente statale negli interventi di restauro di cui costantemente necessita l’intero complesso».
La segnalazione alla Corte dei Conti è in fase di preparazione, «stiamo lavorando insieme ai nostri consulenti legali», perché, spiega la consigliera, «l’obiettivo è quello di fare chiarezza e continuare la nostra opera di denuncia a tutte le autorità preposte, fino a che alla Certosa non venga finalmente restituita la dignità che merita». Ma non è finita. Nel mirino della consigliera pentastellata sono finiti anche gli interventi sulla struttura. Quelli eseguiti e quelli da realizzare.

Per questo ha avviato un accesso agli atti a Mibac, Demanio e Mit (Ministero delle infrastrutture) per ottenere i documenti sulla pianificazione annuale e triennale degli interventi sulla Certosa. «Vogliamo capire se i fondi promessi siano stati tutti stanziati e quali siano stati gli interventi realizzati finora con le risorse disponibili», dice la consigliera, riferendosi ai 7milioni annunciati nell’agosto di un anno fa dal ministro Franceschini. «Ad oggi non esiste ancora uno studio di fattibilità aggiornato e strutturale sui lavori da effettuare per rendere fruibile il monumento a 360 gradi dai turisti. Né si ha traccia se questi fondi siano pervenuti e a chi siano stati assegnati, fra Demanio, Soprintendenza e Mibac e quale pianificazione sia stata predisposta». Una situazione che la consigliera definisce di «preoccupante stallo», al punto da obbligare i 5Stelle ad un «monitoraggio costante». Perché «chiediamo più trasparenza sulla gestione del monumento, uno dei più importanti del nostro Paese, la cui fortissima attrattività è minata dalle pessime condizioni di visita e fruibilità».

Insiste Nanni nel chiedere che «la gestione del monastero venga affidata allo Stato e che torni alla legalità nel pieno rispetto della normativa». E ricorda l’esposto presentato in procura. Esposto archiviato dal giudice che «comunque aveva confermato che la Certosa si trovasse in uno stato di conservazione sostanzialmente critico, un degrado che è conseguenza delle implicazioni reciproche fra gestione e conservazione del monumento» e che «aveva sottolineato come il complesso fosse gestito senza alcun titolo da parte dei monaci». «Nonostante questo non sono state individuate ipotesi di reato, non ravvedendo, in questa occupazione, un dolo specifico. Ma la Certosa – sottolinea – è proprietà del Demanio e quindi di tutti i cittadini italiani, costretti da anni a visitarla ad orari stabiliti dai monaci, in barba alla normativa comunitaria che ne prevede l’apertura continuativa e visite complete».

Articolo di Stefania Prato Da Provincia Pavese del 14 Agosto 2016

Certosa, in autunno la gara da 7 milioni

Stanziati dal ministero i fondi per il restauro del monumento. I lavori nel chiostro piccolo, in biblioteca e nella sacrestia

CERTOSA. Sono già stati stanziati dal Ministero dei beni culturali i 7 milioni di euro destinati lo scorso anno al monumento della Certosa. E ha provveduto ad anticiparne il 10%, denaro che servirà «per il «restauro e la valorizzazione della Certosa di Pavia e per l’incremento dell’attrattività di un territorio di grandi potenzialità turistico-culturali». Gli uffici ministeriali, attraverso Invitalia, stanno predisponendo la gara che verrà indetta in autunno. La conferma arriva dall’onorevole Pd Chiara Scuvera che, insieme al collega Alan Ferrari, a settembre presenterà un’interrogazione «per chiedere al governo aggiornamenti sullo stato di avanzamento del finanziamento, per sapere come verrà utilizzato e per conoscere la tempistica». Intanto proseguono gli interventi di restauro iniziati lo scorso maggio. Gru e ponteggi troneggiano sulla Certosa per lavori costati circa 1 milione di euro, stanziati nel 2014 dal Ministero dei beni culturali. «Ricordiamo – dice il sindaco Marcello Infurna – che, grazie al nostro impegno, per il recupero conservativo della Certosa, sono già arrivati complessivamente circa 14milioni di euro, tanto che ora non si può più parlare di situazione di degrado». Gli interventi puntano a sistemare le coperture del chiostro piccolo, della sacrestia nuova e della biblioteca. Senza dimenticare il restauro dell’orologio che si trova nel chiostro grande. Ponteggi anche sui transetti della chiesa di Santa Maria delle Grazie per il restauro delle tre guglie. «Lavori complessi che avranno la durata di circa un anno», fa sapere Luca Zappettini, titolare della ditta Kairos Restauri che ha vinto l’appalto. «Il cantiere non chiuderà neppure per il periodo estivo, anche se si lavorerà a ranghi dirotti – dice Zappettini -. È probabile che alcune opere verranno già ultimate a settembre». «È evidente – sostiene Scuvera – che l’impegno del governo c’è tutto e che la Certosa resta una priorità. Il ministro Franceschini ha confermato il contributo per il restauro e la valorizzazione e ci è stato assicurato che ormai dovrebbe partire il conto alla rovescia. E proprio per avere una certezza sui tempi, alla ripresa dei lavori parlamentari presenteremo un’interrogazione». Il finanziamento rientra nel piano strategico “Grandi progetti beni culturali” del Mibact che aveva stanziato circa 80milioni di euro per i monumenti italiani. Il sindaco Infurna ricorda che «parte dei 14milioni di euro sono già stati spesi per lavori ora in corso e che parte riguarderanno invece progetti pronti a partire». «In questi anni – sottolinea il primo cittadino – ci siamo attivati per far accendere i riflettori su questo prezioso monumento. Per primi avevamo indicato una gestione diversa del complesso monumentale, insistendo sulla necessità di orari prolungati e del contributo di guide, oltre che dell’esigenza di valorizzare le
parti non utilizzate. Si deve cercare di lavorare in rete puntando ad obiettivi possibili e concreti. Conti alla mano, il pagamento del biglietto d’ingresso da parte dei visitatori non farebbe incassare al Demanio neppure il denaro sufficiente per coprire i costi della manutenzione ordinaria».

Comunione e Liberazione a Certosa di Pavia?

Bagni chimici installati davanti al piazzale della Certosa di Pavia per la manifestazione di Comunione e Liberazione?
Fila di 10 bagni chimici installati davanti al piazzale della Certosa di Pavia per la manifestazione di Comunione e Liberazione?

CL a Certosa

La settimana precedente Pasqua sono comparsi davanti al Piazzale della Certosa di Pavia, una fila di una decina di bagni chimici.

In quei giorni prima di Pasqua (tra il 22 ed il 24 Marzo) si è probabilmente svolto il raduno degli studenti universitari appartenenti a Comunione e Liberazione.

Gli studenti di CL dovrebbero aver partecipato ai cosiddetti “esercizi spirituali” in occasione della celebrazione della Pasqua.

La tradizione vede ogni anno la presenza di questi studenti universitari nel periodo di Pasqua alla Certosa di Pavia. Utilizzare la Certosa per esercizi spirituali è sicuramente una bellissima iniziativa, che sarebbe molto interessante si estendesse nel tempo a piccoli gruppi o ad altre comunità oltre Comunione e Liberazione.

L’utilizzo da parte di Comunione e Liberazione non è molto documentato ma dovrebbe risalire agli  anni 80.
Nelle poche occasioni in cui questo evento è stato pubblicizzato pare che il numero di ragazzi coinvolti fosse oltre i tremila, tra ragazze e ragazzi. (es. link su una notizia di 3 anni fa dal quotidiano locale La Provincia Pavese)
Sarebbe per noi – come cittadini di Certosa interessati alla valorizzazione del Monumento – molto interessante conoscere in modo trasparente le modalità di questo “utilizzo” della Certosa – che potrebbe essere un bel modello anche per altre esperienze spirituali.

Qualcuno ne sa di più?
Che ne dite?

 

 

 

Borgarello, Bosone rilancia il centro commerciale

Dopo la corretta bocciatura della Regione Lombardia, che rimandava il mittente la richiesta, la risposta della Amministrazione Provinciale alla nuova edizione del progetto di Centro Commerciale a Borgarello (“nulla osta“) ha suscitato in questi giorni molte reazioni – soprattutto da parte di molti cittadini ed associazioni che per anni  hanno studiato il progetto e gli impatti sul territorio.

Articolo di Stefania Prato da La Provincia Pavese, 25 marzo 2016

La Provincia dà il nulla osta alla discussione sul nuovo progetto di centro commerciale. Sindaci infuriati. Lamberti: «Scelta incomprensibile». Depaoli: «Inaccettabile».

Centro commerciale atto terzo. Dopo il “no” della Regione, arriva dalla Provincia il nulla osta per chiedere al Comune di riavviare l’iter: il documento inviato a Regione Lombardia e al Comune di Borgarello è firmato dal presidente Daniele Bosone.
Per l’amministrazione Lamberti è una doccia fredda: «Un nulla osta non dovuto e non richiesto». Un atto che lascia stupito anche il sindaco di Pavia Massimo Depaoli che lo definisce «inaccettabile». Nicola Lamberti, primo cittadino del paese il cui destino da anni è ormai legato a questo intervento commerciale, si dice «stupito». E a stupirlo non è solo il fatto che la Provincia non abbia ritenuto opportuno avvertire prima la sua amministrazione, ma è anche il colpo di mano di un ente che aveva deciso di far ricorso contro il progetto precedente. «Un ricorso peraltro vinto», precisa il sindaco. Che sul fatto che il nuovo provvedimento faccia ripartire l’iter procedurale è invece tranquillo. Non solo perché non spetta alla Provincia, ma solo al Comune. Ma

Centro Commerciale di Borgarello
Centro Commerciale di Borgarello

anche perché «per dare il via all’accordo di programma è necessario un progetto».
«Progetto che non c’è – spiega Lamberti –. Esiste solamente una bozza, uno schema che non entra nel dettaglio e che era stato consegnato in municipio lo scorso 23 dicembre».
E dai documenti in possesso del Comune, dice il sindaco, il centro commerciale non risulta affatto ridotto. La metratura è maggiore, passata dai precedenti 40mila metri quadrati agli attuali 58mila. Non solo. «Risulta peggiorata anche la viabilità, in quanto, per evitare di coinvolgere il Comune di Pavia, la società ha deciso di anticipare l’ingresso sull’ex statale, determinando, a nostro avviso, un aumento del traffico che, in quel punto è già al collasso – sottolinea Lamberti – Per questo non riusciamo a capire la posizione incoerente della Provincia. In passato si era opposta al vecchio progetto, ritenendolo dannoso proprio perché avrebbe peggiorato la viabilità di questa parte di territorio».
Parecchie quindi le perplessità nei confronti del comportamento di Piazza Italia. «Mi sembra anche strano che il presidente, che ritengo conosca la normativa, non sappia dell’inutilità di questo nulla osta. E mi chiedo come mai, su una questione tanto delicata, invii una lettera senza avvertire prima l’amministrazione di Borgarello». In effetti l’atteggiamento della Provincia lascia esterrefatto anche il Comune di Pavia nonostante, in questa nuova fase non sia più coinvolto nell’iter procedurale.
«Il nostro Comune non ha più un ruolo da comprimario– allarga le braccia il sindaco Depaoli –, ma, in ogni caso, non riusciamo a capire la scelta dell’ente provinciale nei confronti di un insediamento che continuiamo a considerare impattante per l’intero territorio e nei confronti del quale continuiamo a ribadire la nostra contrarietà». Resta il fatto che Progetto commerciale, la società bergamasca che intende realizzare il nuovo mega market, ci riprova. Nei mesi scorsi aveva inviato in Regione la richiesta di avviare l’accordo di programma, richiesta neppure presa in considerazione da Palazzo Pirelli, «in quanto a presentare domanda per iniziare l’accordo spettava ad un ente pubblico e non ad un privato».
E siccome il Comune continua a ritenere fortemente impattante anche questo secondo nuovo progetto, è stato necessario il coinvolgimento della Provincia. Che ha provveduto a presentare il nulla osta. Perché, spiega il presidente Bosone sul documento, «la soluzione progettuale, rispetto alla precedente, risulta modificata sia dal punto di vista delle dimensioni che delle destinazioni insediabili».

Alan Ferrari
Il dibattito che si è riaperto in questi giorni sul centro commerciale di Borgarello mi impone di esprimere di nuovo la mia opinione.
Ebbene, senza fronzoli dico che mantengo tutte le forti preoccupazioni che ho sempre manifestato, in particolare quando ero Segretario provinciale del Partito Democratico, sia per l’impatto urbanistico e viabilistico, sia per la tipologia di sviluppo che questo insediamento propone.
Si tratta di preoccupazioni che non vedo come possano essere fugate.
Se spettasse a me la scelta amministrativa io direi di NO.
E non ho detto a caso “se spettasse a me”, perché ritengo che il punto da cui partire è che nessun Ente superiore o nessun partito politico può imporre una scelta diversa al Comune di Borgarello, che decide legittimamente di non accettare un insediamento commerciale come questo sul proprio territorio.
“Pavia” ha altre priorità: dalle infrastrutture (compresa la tangenziale di Certosa) all’inquinamento, dal consumo di suolo all’economia circolare, fino all’innovazione.
Concentriamo lì tutte le nostre energie.

Renato Bertoglio
Un mese fa l’ufficio legislativo della giunta regionale aveva bloccato il nuovo iter procedurale del centro commerciale di Borgarello, in quanto la richiesta di “accordo di programma” era stata presentata dalla proprietà, mentre secondo il regolamento regionale l’iniziativa spetta ad un ente pubblico.
Ed ecco che a distanza di meno di un mese, stante la contrarietà dei comuni di Borgarello e Pavia, il presidente della Provincia dà il proprio nulla osta per l’avvio della procedura.
Qualcuno potrà rimanere stupito, non noi che abbiamo sempre seguito la vicenda, perché alle dichiarazioni formali contrarie al progetto, la Provincia ha fatto seguire anche atti che andavano in senso contrario, come nel 2012 quando promosse una conferenza di servizi per la viabilità legata al centro commerciale, nonostante le perplessità sulla procedura da più parti manifestate.
Ora nella lettera inviata il 22_3_16 il presidente Bosone, per giustificare il nulla osta, si spinge a scrivere che: “ – L’operatore dimostra un forte impegno a realizzare opere compensative sia infrastrutturali, che ambientali ed economiche fra le quali, in particolare, la realizzazione della tangenziale di Certosa di Pavia”.
Non avevamo dubbi che più passa il tempo più la proprietà sia disposta ad aumentare le compensazioni per realizzare un progetto che dal 2001 persegue tenacemente e che economicamente renderebbe prima di tutto per la trasformazione dei terreni da agricoli a commerciali.
Ma il progetto va valutato sulle compensazioni o per quello che comporterebbe inserito sul territorio provinciale e su una strada che già ora è satura di traffico? E’ così che la Provincia si fa interprete del “territorio”?
Legambiente Provincia di Pavia

Un cantante certosino a Napoli

Un cantante certosino a Napoli

Dal sito dell’Associazione 50&più

Nella rassegna canora “Italia in…Canto” giunta alla XVI edizione  dedicato ai cantanti over 50 organizzato e promosso dall’Associazione 50&Più la cui finale si è tenuta al Teatro

Giuria della rassegna canora
Giuria della rassegna canora: cantante e critici

Mediterraneo di Napoli, ha avuto gloria anche un nostro concittadino, un cantante certosino di origine colombiana Mauricio Villabona di Certosa di Pavia che si è esibito in “Acquarello” la canzone che nel 1983 fu interpretata dal chitarrista e cantante brasiliano Toquinho

Oleodotto-pirata per rubare il gasolio

Tra Cascine Calderari e Samperone scoperta una conduttura lunga quasi un chilometro collegata agli impianti di gasolio della Sigemi

Articolo di Maria Fiore, da La Provincia Pavese dell’11 Marzo 2016

CERTOSA. I ladri di gasolio insistono. Dopo una serie di furti dall’oleodotto della Sigemi, alcuni falliti altri andati a segno, seppure in seguito scoperti, ci hanno provato ancora. Stavolta raffinando la tecnica e agendo da veri professionisti. La banda ha installato un rubinetto all’oleodotto, al di sotto di almeno tre metri di terreno in un campo a Samperone, nel Comune di Certosa, e poi ha collegato un tubo, interrandolo per nasconderlo, per quasi un chilometro.

Il furto del gasolio nei pressi della Casa di Riposo di Certosa di Pavia
Il furto del gasolio nei pressi della Casa di Riposo di Certosa di Pavia

Ieri mattina i tecnici della società che ha sede a Lacchiarella si sono attivati con le ruspe, dopo una segnalazione, e hanno scoperto il trucco. I lavori sono andati avanti per tutto il giorno: è stato infatti necessario scavare in diversi punti del campo per seguire il tubo di gomma e dissotterrarlo. Il furto è stato denunciato ai carabinieri della stazione di Certosa, che ora indagano. Difficile, comunque, dire a quando risale l’installazione del rubinetto e quanto gasolio è stato succhiato dalla tubazione, dove scorrono ogni giorno 10 milioni di litri di liquido.

Il tratto dell’oleodotto “violato” si trova tra Cascine Calderari e Samperone, in aperta campagna. In questa zona i ladri hanno potuto agire indisturbati, forse lavorando di notte. Prima hanno scavato il solco per interrare il tubo di gomma, poi hanno scavato sull’oleodotto per installare il rubinetto.

Di sicuro erano a conoscenza della posizione dell’oleodotto e probabilmente avevano una mappa del passaggio delle tubazioni, ma potrebbero anche avere utilizzato un metal detector. Un lavoro da professionisti e “pulito”, senza alcun sversamento di gasolio come era invece avvenuto in altre

circostanze. L’episodio più grave risale al 2013: un maldestro tentativo dei ladri provocò lo sversamento di centinaia di litri di carburante. Fu necessario bonificare il terreno. L’intervento costò alla Regione circa un milione e mezzo di euro.