Dal quotidiano locale, ennesime conferme di una gestione di un bene comune, preziosissimo, lasciato gestire in modo irragionevole (o forse c’è qualche ragione).
Due articoli da La Provincia Pavese del 13 Agosto 2014
Expo, Pavia e la Francia stringono un accordo
La visita al territorio pavese del commissario generale francese per l’Expo 2015, Alain Berger, non è iniziata sotto i migliori auspici. Accompagnato da alcuni dirigenti del Pavia calcio, il commissario ha fatto visita alla Certosa di Pavia. Ma alle 11.30, insieme ai suoi ospiti, ha dovuto abbandonare il monumento perchè era scaduto l’orario delle visite.
Ha così deciso di fare tappa a palazzo Mezzabarba, dove è stato accolto dal sindaco, Massimo Depaoli, e dagli assessori Angelo Gualandi e Giacomo Galazzo. Il dialogo è durato circa un’ora. Al termine, Depaoli ha detto: «Si è trattato di un incontro molto interessante. Il commissario ci ha presentato la struttura in legno che ospiterà il padiglione francese ad Expo. Una struttura che, al termine della manifestazione, potrà essere smontata e rimossa, nel segno della sostenibilità ambientale. All’interno, vi saranno spazi per dibattiti e conferenze, ma anche uno spazio destinato a ristorante»………
Delusi dalla Certosa di Pavia: mancano le guide e vieni lasciato solo
Da Pavia alla Certosa. Di solito gli stranieri fanno così. E poi si lamentano: mancano collegamenti e guide esperte. «Sono di Torino – spiega Luciano Tinelli -, ma ho sempre voluto visitare Pavia. Mio padre era di qui. Con mia moglie dopo aver visitato la città ci siamo recati alla Certosa, monumento bellissimo, ma poco valorizzato, come succede spesso in Italia. Mancano le strutture, come un bar o la toilette. Inoltre non abbiamo trovato audio guide oppure targhe che potessero dare informazioni riguardanti il patrimonio artistico presente. I visitatori sono lasciati soli. Un vero peccato, se fossimo all’estero un monumento come questo sarebbe molto più valorizzato e oltre a diventare un’ importante risorsa economica per il centro in cui sorge, creerebbe tanti posti di lavoro».
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