Il Monastero della Certosa Bisogna fare presto

Riportiamo qui una lettera di un lettore dalla rubrica delle Lettere al Direttore (Il Direttore: Una Lettera al giorno)  de La Provincia Pavese di Martedì 3 Dicembre 2013

Il Monastero della Certosa Bisogna fare presto

Caro Direttore, in questi giorni il monastero della Certosa è argomento della cronaca per l’incuria che da troppo tempo consuma il complesso certosino. Il vociare della gente locale, manifesta un desiderio di recupero per la Certosa e gli organi competenti sul territorio, hanno lanciato un grido d’aiuto attraverso la carta stampata. Il complesso monastico, da troppi anni mostra sofferenza e per coloro che vivono all’ombra del gioiello artistico, in gran parte inagibile, fanno raffronto con il passato e lo giudicano disomogeneo. La realtà odierna, è penosa, basta guardarsi attorno per trovare ovunque i segni della decadenza. Come sempre, molte saranno le proposte degli organismi competenti, valuteranno e si vedrà se ci saranno decisioni. Occorre però fare presto e bene per i turisti che hanno bisogno di  respirare l’atmosfera padana del monastero e le essenze dei legni antichi degli interni per ridare allo sguardo che scruta, la bellezza del complesso. Qualcuno suggerisce nuovi spazi, altri vogliono rivalutare quelli esistenti, ma purtroppo nessuno possiede un rimedio per risolvere tutti i mali. I locali esistono, basta creare interesse pubblico, attraverso raccolte d’arte e, perchè no, anche un piccolo ristoro per il turista. Molti ricordano ancora, il contributo vitale dato dalla famiglia Maddalena all’interno del monastero con il famoso liquore Gra-Car che si trovava nei locali della vecchia farmacia certosina che dal 1892 ha scritto più di una pagina di storia dentro e fuori della Certosa.

Emilio della Giovanna, Zeccone

Per fortuna si stanno riaccendendo i riflettori sulla nostra Certosa che merita ben altra sorte rispetto a quella un po’ opaca che vive in questi anni. Il monumento ha bisogno di cure anche se la sua bellezza attira turisti senza sosta. E, in vista dell’Expo – ma non solo – è necessario ripensare sia i tempi di apertura dell’antica abbazia con ciò che le sta intorno, sia i servizi per i visitatori che oggi sono del tutto inesistenti. C’era vita un tempo intorno alla Certosa. Oggi regna il senso di abbandono. Non smettiamo di parlarne ma soprattutto cominciamo ad agire.
p.fiorani@laprovinciapavese.it


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