Gestione illegittima della Certosa di Pavia

Negli ultimi giorni alcuni interventi sull’annosa questione della gestione della Certosa di Pavia. Da una parte la consigliera regionale di M5S, Iolanda Nanni, evidenzia la gestione senza titolo del monumento da parte dei frati cistercensi e il possibile danno erariale da una gestione certamente non ottimale del complesso.
Dall’altra l’attuale europarlamentare Ciocca della Lega che rivendica l’apporto della Regione Lombardia per le celebrazioni del 620esimo della fondazione della Certosa e i parlamentari pavesi Chiara Scuvera e Alan Ferrari  che sottolineano l’apporto di MIBACT e Governo per le ristrutturazioni.

immagineDa residenti e cittadini, la constatazione che
– sono iniziati finalmente dei lavori di ristrutturazione promessi da tanti anni e sicuramente già in ritardo rispetto alle condizioni del monumento
– la parte esterna intorno al monumento è sempre più in degrado
– le analisi e le proposte portate avanti per anni dal compianto avv. Maurici non hanno ancora trovato realizzazione

Da Milano-Lorenteggio.com del 8 Agosto 2016

Lombardia. Certosa di Pavia, Iolanda Nanni (M5S): “5 mila euro sono briciole. Vero problema rimane la gestione illegittima del monumento.“

E’ polemica sui 5.000 euro, erogati da Regione Lombardia, per i 620 anni della Certosa di Pavia.

Milano, 8 agosto 2016 – Alle parole trionfalistiche del consigliere regionale Ciocca (in quota LEGA) che si bea dei miseri 5.000 euro, erogati da Regione Lombardia, per i 620 anni della Certosa di Pavia, Iolanda Nanni, consigliere regionale pavese del M5S, risponde: “Sono solo briciole che non sposteranno di un millimetro il vero problema della Certosa di Pavia che nessun partito, tranne il M5S, vuole affrontare e che è legato al nodo irrisolto della gestione di questo monumento, affidata da una classe politica locale indegna a una manciata di frati cistercensi, del tutto incapaci di gestire e rendere attrattivo il monumento, che ha una portata architettonica, artistica, storica e culturale mondiale. Una gestione contra legem oramai trentennale, cioè in barba alla normativa statale n. 390 del 1986″

“Già nel 2013 – prosegue Nanni – chiesi al Demanio, che ha la proprietà del monumento e di tutti i beni ivi inclusi, di fare luce sulle irregolarità della gestione. Ad agosto 2014, ottenni il via libera dalla Presidenza del Consiglio del Ministri che ingiunse al Demanio di  fornirmi i documenti che mi negava sulla gestione dalla Certosa. Da quei documenti emerse chiaramente che la gestione della Certosa risultava illegittima, poiché, dal 1984 a oggi, non esiste alcun contratto per la gestione del monumento. Attualmente, può tranquillamente affermarsi che la gestione della Certosa di Pavia, da parte dei monaci cistercensi, è “abusiva”, cioè in violazione della L. 390/1986.”

“Nel frattempo –  continua Nanni – ho attivato anche la magistratura con un esposto che è stato archiviato il 24 aprile 2015 in cui il Giudice non solo ha confermato che il degrado della Certosa è conseguenza delle implicazioni reciproche fra gestione e conservazione del monumento, ma che il monumento è a a tutt’oggi gestito senza alcun titolo da parte dei frati cistercensi. Ciò nonostante, non sono state individuate ipotesi di reato, il che è paradossale, dato che lo stesso giudice comprova l’occupazione senza titolo da parte dei frati, ma – al contempo – non ravvede, in tale occupazione, un dolo specifico che dovrebbe consistere  nel fine di occupare o trarre profitto dai terreni o edifici arbitrariamente “invasi“.”

Il Giudice – prosegue Nanni – afferma poi che «la giurisprudenza ha specificato che tale coscienza debba ricomprendere la volontà di porre in essere una turbativa del possesso che realizzi un apprezzabile depauperamento delle facoltà di godimento del bene da parte del suo titolare (n.d.r., il Demanio)», negando con ciò, che la gestione dei frati costituisca un depauperamento del godimento del bene. Su questo punto, è bene evidenziare che il depauperamento delle facoltà di godimento della Certosa è invece sotto gli occhi di tutti, dato che la Certosa è proprietà del Demanio e quindi di tutti i cittadini italiani, i quali sono costretti da anni a visitarla ad orari stabiliti dai frati (in barba alla normativa comunitaria) e con visite guidate e frettolose, gestite pure arbitrariamente dai frati, senza poter godere appieno della bellezza di un monumento che, secondo i parametri UE, dovrebbe essere aperto in maniera continuativa e visitabile nella sua interezza. Infine, nella parte dell’esposto in cui denunciavo lo stato di degrado del monumento, dovuto alla mancata pianificazione di interventi strutturali di manutenzione ordinaria, il Giudice non ha ravveduto reati, pur ammettendo che  «la Certosa di Pavia si trova in uno stato di conservazione sostanzialmente critico» e pur ammettendo che, solo a seguito del mio esposto, i Vigili del Fuoco intervennero per transennare adeguatamente le parti meno sicure della Certosa.”

Conclude Nanni: “Nel mio esposto, allegai agli atti uno Studio di Fattibilità, datato 2004, redatto dal Ministero Infrastrutture – Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche, in cui si evidenziava chiaramente che  lo stato di degrado del monumento, nel corso degli anni e a causa della gestione immobile, era pari a 30 milioni di euro. Ad agosto 2015, il Ministro Franceschini annunciò l’arrivo di 7 milioni di euro per la valorizzazione della Certosa. Ad oggi, passato un anno, non esiste ancora uno studio di fattibilitàaggiornato e strutturale sui lavori da effettuare per rendere fruibile il monumento a 360 gradi dai turisti. Né si ha traccia se detti fondi siano pervenuti e a chi siano stati assegnati, fra il Demanio, la Sopraintendenza e il MIBAC e quale pianificazione sia stata predisposta. Questa situazione di stallo è costantemente monitorata dal M5S, come unica forza politica, che da anni si batte sul territorio, in Regione e in Parlamento per ottenere trasparenza sulla gestione del monumento e piena accessibilità ai documenti da parte del Demanio che, per troppi anni, complice una politica partitica di centrodestra e centrosinistra che sostanzialmente ha taciuto sulla gestione irregolare, emersa solo grazie al M5S, si è sostanzialmente disinteressato di uno dei monumenti più importanti del nostro Paese, la cui fortissima attrattività è minata dalle  pessime condizioni di visita e fruibilità dello stesso che, per il suo prestigio, costituirebbe un insostibuile volano per l’occupazione e per il benessere della nostra Provincia.”

“Per questo motivo –  continua Nanni – il M5S ha avviato un accesso agli atti presso il MIBAC, il Demanio e il MIT (Ministero Infrastrutture) per ottenere i documenti relativi alla pianificazione annuale e triennale degli interventi sulla Certosa sollecita la regolarizzazione della sua gestione, attualmente illegittima in quanto in violazione della legge nazionale n. 390/1986 che impone che “le concessioni e le locazioni di cui al comma precedente devono prevedere la assunzione, da parte del concessionario o locatario, degli oneri della manutenzione ordinaria e straordinaria, salvo, per quest’ultima, che lo Stato ritenga necessario provvedervi direttamente, nonché degli oneri, delle contribuzioni e degli obblighi di qualsiasi natura gravanti sull’immobile.” Il testo della legge è chiaro, come è chiaro che una manciata di monaci non sia nella condizione di provvedere alla manutenzione della Certosa di Pavia e questo è il vero motivo per cui, dopo il 1984, con l’entrata in vigore della nuova legge n. 390/1986, non è stato più stipulato alcun contratto sulla gestione della Certosa. Ed ecco come mai, da oltre 30 anni, abbiamo una situazione di irregolarità di gestione palese che sta determinando conseguenze drammatiche sul suo stato di conservazione e fruibilità da parte del pubblico. Irregolarità, è bene chiarirlo, le cui responsabilità sono direttamente ascrivibili al legittimo proprietario del monumento, e cioè al Demanio dello Stato, nonché a tutto quel fronte della politica partitica che in questi anni ha sottaciuto l’intera vicenda ed è stato incapace di risolvere la questione”.

“Questa situazione – conclude Nanni –  è ormai intollerabile. Il M5S chiede che la gestione del monumento sia affidata allo Stato, che ne è legittimo proprietario, e che torni alla legalità nel pieno rispetto della normativa di legge. A differenza dei partiti che da anni ne hanno taciuto l’illegittimità della gestione, senza informare la popolazione sullo stato reale della situazione, il M5S intende fare chiarezza e continuerà la propria opera di denuncia a tutte le Autorità preposte fino a che alla Certosa di Pavia non sia finalmente restituita la dignità che un monumento merita agli occhi del mondo”.

Articolo di Stefania Prato Da Provincia Pavese del 10 Agosto 2016

M5s segnala Certosa alla Corte dei conti

La consigliera regionale Nanni: «Gestione dei monaci illegittima e danno erariale per il mancato pagamento del biglietto d’ingresso»

ristrutturazioni in corso alla certosaCERTOSA. Una segnalazione alla Corte dei Conti per danno erariale. Nel mirino della consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Iolanda Nanni c’è la gestione del monumento della Certosa che sarebbe «illegittima». Gestione affidata ai monaci che, dice la consigliera, se ne stanno occupando senza alcun titolo, «una situazione che va riportata alla legalità e che comporta danni economici per le casse statali». «I visitatori – chiarisce Nanni – lasciano un obolo ai monaci, determinando un mancato guadagno per lo Stato, proprietario del bene. Se invece si facesse pagare un regolare biglietto d’ingresso, i proventi introiettati potrebbero venire reinvestiti dall’ente statale negli interventi di restauro di cui costantemente necessita l’intero complesso».
La segnalazione alla Corte dei Conti è in fase di preparazione, «stiamo lavorando insieme ai nostri consulenti legali», perché, spiega la consigliera, «l’obiettivo è quello di fare chiarezza e continuare la nostra opera di denuncia a tutte le autorità preposte, fino a che alla Certosa non venga finalmente restituita la dignità che merita». Ma non è finita. Nel mirino della consigliera pentastellata sono finiti anche gli interventi sulla struttura. Quelli eseguiti e quelli da realizzare.

Per questo ha avviato un accesso agli atti a Mibac, Demanio e Mit (Ministero delle infrastrutture) per ottenere i documenti sulla pianificazione annuale e triennale degli interventi sulla Certosa. «Vogliamo capire se i fondi promessi siano stati tutti stanziati e quali siano stati gli interventi realizzati finora con le risorse disponibili», dice la consigliera, riferendosi ai 7milioni annunciati nell’agosto di un anno fa dal ministro Franceschini. «Ad oggi non esiste ancora uno studio di fattibilità aggiornato e strutturale sui lavori da effettuare per rendere fruibile il monumento a 360 gradi dai turisti. Né si ha traccia se questi fondi siano pervenuti e a chi siano stati assegnati, fra Demanio, Soprintendenza e Mibac e quale pianificazione sia stata predisposta». Una situazione che la consigliera definisce di «preoccupante stallo», al punto da obbligare i 5Stelle ad un «monitoraggio costante». Perché «chiediamo più trasparenza sulla gestione del monumento, uno dei più importanti del nostro Paese, la cui fortissima attrattività è minata dalle pessime condizioni di visita e fruibilità».

Insiste Nanni nel chiedere che «la gestione del monastero venga affidata allo Stato e che torni alla legalità nel pieno rispetto della normativa». E ricorda l’esposto presentato in procura. Esposto archiviato dal giudice che «comunque aveva confermato che la Certosa si trovasse in uno stato di conservazione sostanzialmente critico, un degrado che è conseguenza delle implicazioni reciproche fra gestione e conservazione del monumento» e che «aveva sottolineato come il complesso fosse gestito senza alcun titolo da parte dei monaci». «Nonostante questo non sono state individuate ipotesi di reato, non ravvedendo, in questa occupazione, un dolo specifico. Ma la Certosa – sottolinea – è proprietà del Demanio e quindi di tutti i cittadini italiani, costretti da anni a visitarla ad orari stabiliti dai monaci, in barba alla normativa comunitaria che ne prevede l’apertura continuativa e visite complete».

Articolo di Stefania Prato Da Provincia Pavese del 14 Agosto 2016

Certosa, in autunno la gara da 7 milioni

Stanziati dal ministero i fondi per il restauro del monumento. I lavori nel chiostro piccolo, in biblioteca e nella sacrestia

CERTOSA. Sono già stati stanziati dal Ministero dei beni culturali i 7 milioni di euro destinati lo scorso anno al monumento della Certosa. E ha provveduto ad anticiparne il 10%, denaro che servirà «per il «restauro e la valorizzazione della Certosa di Pavia e per l’incremento dell’attrattività di un territorio di grandi potenzialità turistico-culturali». Gli uffici ministeriali, attraverso Invitalia, stanno predisponendo la gara che verrà indetta in autunno. La conferma arriva dall’onorevole Pd Chiara Scuvera che, insieme al collega Alan Ferrari, a settembre presenterà un’interrogazione «per chiedere al governo aggiornamenti sullo stato di avanzamento del finanziamento, per sapere come verrà utilizzato e per conoscere la tempistica». Intanto proseguono gli interventi di restauro iniziati lo scorso maggio. Gru e ponteggi troneggiano sulla Certosa per lavori costati circa 1 milione di euro, stanziati nel 2014 dal Ministero dei beni culturali. «Ricordiamo – dice il sindaco Marcello Infurna – che, grazie al nostro impegno, per il recupero conservativo della Certosa, sono già arrivati complessivamente circa 14milioni di euro, tanto che ora non si può più parlare di situazione di degrado». Gli interventi puntano a sistemare le coperture del chiostro piccolo, della sacrestia nuova e della biblioteca. Senza dimenticare il restauro dell’orologio che si trova nel chiostro grande. Ponteggi anche sui transetti della chiesa di Santa Maria delle Grazie per il restauro delle tre guglie. «Lavori complessi che avranno la durata di circa un anno», fa sapere Luca Zappettini, titolare della ditta Kairos Restauri che ha vinto l’appalto. «Il cantiere non chiuderà neppure per il periodo estivo, anche se si lavorerà a ranghi dirotti – dice Zappettini -. È probabile che alcune opere verranno già ultimate a settembre». «È evidente – sostiene Scuvera – che l’impegno del governo c’è tutto e che la Certosa resta una priorità. Il ministro Franceschini ha confermato il contributo per il restauro e la valorizzazione e ci è stato assicurato che ormai dovrebbe partire il conto alla rovescia. E proprio per avere una certezza sui tempi, alla ripresa dei lavori parlamentari presenteremo un’interrogazione». Il finanziamento rientra nel piano strategico “Grandi progetti beni culturali” del Mibact che aveva stanziato circa 80milioni di euro per i monumenti italiani. Il sindaco Infurna ricorda che «parte dei 14milioni di euro sono già stati spesi per lavori ora in corso e che parte riguarderanno invece progetti pronti a partire». «In questi anni – sottolinea il primo cittadino – ci siamo attivati per far accendere i riflettori su questo prezioso monumento. Per primi avevamo indicato una gestione diversa del complesso monumentale, insistendo sulla necessità di orari prolungati e del contributo di guide, oltre che dell’esigenza di valorizzare le
parti non utilizzate. Si deve cercare di lavorare in rete puntando ad obiettivi possibili e concreti. Conti alla mano, il pagamento del biglietto d’ingresso da parte dei visitatori non farebbe incassare al Demanio neppure il denaro sufficiente per coprire i costi della manutenzione ordinaria».


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