La sfida del parroco «Salverò la chiesa di Cascine Calderari»

Don Marco Gatti lancia la raccolta fondi per il restauro «Servono almeno 600mila euro, spero anche nei fedeli»

Da La Provincia Pavese – Articolo di Stefania Prato, 8 Gennaio 2015

Ha coraggio don Marco Gatti, parroco di Certosa, alla guida dell’Unità pastorale che comprende anche Cascine Calderari,Torriano e Samperone.Dopo il restauro della chiesa di San Michele, ora pensa alla sistemazione di quella di Cascine, riferimento per circa 700 parrocchiani, gli abitanti della frazione e quelli del Cassinino e di Villalunga, anche se questi appartengono alla chiesa di Santa Maria di Caravaggio, a Pavia, precisa don Marco che ora lancia una nuova sfida alla sua comunità e non solo.
Chiesa di Cascine Calderari, frazione di Certosa di PaviaPerché il costo dell’intervento dovrebbe superare i 600mila euro. Ed è una bella somma, soprattutto per un bilancio parrocchiale già gravato dagli oltre 500 mila euro serviti per restaurare San Michele. «Somma che potrebbe salire, visto che ancora non conosciamo con esattezza l’ammontare del consuntivo – chiarisce il parroco. I lavori poi non sono ancora ultimati all’esterno». Difficile quindi,ad intervento appena iniziato, sbilanciarsi su quanto effettivamente costerà il restauro della chiesa di Cascine, ammette don Marco che si affida alla Provvidenza che «tocca il cuore delle persone». Ma siccome il sacerdote sa bene che non tutti hanno un cuore grande,decide di affidarsi anche al proverbio «Aiutati che il ciel ti aiuta», per trovare i finanziamenti necessari. Per ora è certo un contributo della Cei, Conferenza episcopale italiana, pari ad un quarto della spesa, mentre la Fondazione comunitaria della provincia di Pavia ha stanziato 20mila euro. Altro denaro dovrebbe arrivare dalla vendita
dell’asilo e del terreno circostante,entrambi di proprietà parrocchiale.
Poi si attendono i prossimi bandi della Fondazione Cariplo e si spera nella generosità dei fedeli.
Intanto sono iniziati i primi saggi per capire la consistenza del terreno attorno alla chiesa che vanta un nucleo originario risalente al ’500, poi ampliato nel ’700. L’edificio, rimaneggiato nella metà del ’900, tenuto sotto monitoraggio per un paio di anni, presenta gravi problemi di staticità, fa sapere l’architetto Tatiana Costa che segue i lavori. «Le nostre indagini – spiega – hanno accertato uno stato di degrado avanzato, determinato dall’umidità di risalita, per questo la struttura andava messa in sicurezza, per evitare futuri cedimenti».

Contrafforti salva mura: il cantiere alla Certosa

di Stefania Prato La Provincia Pavese del 28 Dicembre 2014
La vecchia struttura in mattoni attorno al monumento si sta sgretolando. È la presenza delle risaie a indebolire la parte esterna del monumento

Contrafforti in ferro, rivestiti con mattoni recuperati dalle fondazioni. I tecnici sono al lavoro per ingabbiare in una solida intelaiatura il muro quattrocentesco che cinge il monumento della Certosa.
L’intervento fa parte delle operazioni di consolidamento che hanno interessato una porzione di muro di un chilometro e mezzo, 500 metri in continuo, oltre al maestoso portale e ad altri punti dove sono state riscontrate preoccupanti fessurazioni.
imageUn progetto congiunto di Provveditorato e Soprintendenza ai Beni architettonici. Costo: 555mila euro, denaro del Ministero e di Arcus spa, costola del Ministero dei Beni culturali che supporta interventi di interesse storico e artistico.
Poi, con quanto risparmiato dai ribassi d’asta, circa 50mila euro, si provvederà, alla pulizia della parte di cinta muraria che si affaccia verso la Galbani.
Nel 2011 furono individuate profonde lacerazioni anche sul lato sud e dal Provveditorato avevano spiegato che era stata individuata una situazione di crisi soprattutto nella porzione che si trova accanto al canale irriguo. Adesso l’impresa Sverzellati sta imbragando il lato est dove si era verificato il crollo del 2008, il muro sta progressivamente perdendo verticalità. I mattoni, oggetto di dilatazioni provocate dal gelo e dal disgelo, stanno riducendo il loro spessore fino a sfaldarsi.
L’ingegnere Maurizio Clarizia del Provveditorato interregionale delle opere pubbliche aveva spiegato che le mura stanno perdendo il loro baricentro. Da qui la decisione di realizzare, nella parte esterna ed interna, i contrafforti. Un intervento su cui il Comitato per la tutela della Certosa preferisce, per il momento, sospendere il giudizio. «E’ evidente che cambierà l’aspetto del muro – sostiene l’avvocato Franco Maurici -. Ricordiamo alcuni lavori effettuati in passato e speriamo che non si tratti di un nuovo colpo inferto al complesso monumentale. A determinare il degrado delle mura è la risaia che raggiunge la cinta muraria».

Consulenze dal Comune di Certosa di Pavia: scade oggi 20 Dicembre

Il Comune di Certosa di Pavia (deliberazione della Giunta Comunale del 10 Novembre 2014) cerca una professionalità per comporre l’organismo monocratico per la valutazione del Comune stesso(Documento PDF)

L’incarico è triennale e prevede un compenso di € 2.000,00 l’anno
L’incarico ha natura di prestazione professionale di lavoro autonomo, di durata triennale.
Il candidato individuato a seguito della selezione dovrà comunque garantire un adeguato numero di presenze presso la sede del Comune di Certosa di Pavia, non inferiore comunque al numero di sei presenze in ragione di ciascun anno.

Requisiti:
• Laurea specialistica o quadriennale vecchio ordinamento in scienze economiche, statistiche, giurisprudenza, scienze politiche o ingegneria gestionale
• adeguate esperienze, costituita da un’esperienza di almeno tre anni, in posizioni di responsabilità, anche presso aziende private, nei seguenti campi:
management;
pianificazione e controllo di gestione;
revisione contabile di enti locali;
organizzazione e gestione del personale;
misurazione e valutazione della performance e dei risultati;
campo giuridico-amministrativo, tenendo anche conto dei compiti che derivano dall’applicazione della l. n. 190/2012;
adeguate capacità, o competenze specifiche (complesso di caratteristiche personali intellettuali, manageriali, relazionali, realizzative, quali la capacità di individuazione e di soluzione di problemi o di comunicazione e coinvolgimento delle strutture in processi di innovazione);
La domanda di partecipazione alla selezione deve essere redatta in carta semplice, sottoscritta dal candidato. La mancata sottoscrizione della domanda determinerà l’esclusione dalla selezione.
Alla domanda di partecipazione dovranno essere allegati:

fotocopia di un documento di riconoscimento in corso di validità;

dettagliato curriculum formativo-professionale, datato e firmato, da cui risultino il percorso di studi, i titoli posseduti, i corsi di formazione svolti, le esperienze lavorative effettuate, il grado di conoscenza della lingua straniera conosciuta e dell’uso delle apparecchiature e delle applicazioni informatiche più diffuse, nonché ogni altra informazione e/o documentazione che il candidato ritenga utile fornire nel proprio interesse al fine di consentire una valutazione completa della professionalità posseduta.
MODALITA’ E TERMINI DI PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA.
Le domande di partecipazione alla selezione dovranno pervenire, con allegata la relativa documentazione, entro e non oltre il quindicesimo giorno successivo al giorno di pubblicazione del presente bando, e precisamente entro 20/12/2014, con le seguenti modalità:
• consegna diretta all’Ufficio Protocollo del Comune di Certosa di Pavia entro la data di scadenza del bando;
• invio a mezzo di servizio postale con raccomandata A.R. da far pervenire alla presente Amministrazione entro e non oltre la data di scadenza. Non saranno pertanto accettate le domande che, pur spedite entro il termine di scadenza suddetto, perverranno successivamente;
• invio tramite e-mail all’indirizzo di posta elettronica certificata del Comune di Certosa di Pavia: comune.certosadipavia@pec.regione.lombardia.it (in tal caso si precisa che non è consentita la trasmissione della domanda attraverso una casella di posta elettronica ordinaria, ma solo attraverso una casella PEC).

29 Novembre: Consiglio Comunale – regolamenti, manutenzione luoghi e modifiche di bilancio

di Giuseppe Esposito

Senza pretesa di completezza – vi invitiamo a leggere un piccolo resoconto del Consiglio Comunale di Certosa di Pavia (29 Novembre 2014).

L’impressione personale che ho ricavato dal Consiglio Comunale è che le questioni fondamentali rimangano appannaggio esclusivo della giunta, che non si riunisce pubblicamente. In sede consiliare, una rigida applicazione del regolamento, unita a una scarsa attitudine al dialogo, costituisce inevitabilmente un forte ostacolo ad un confronto fecondo e costruttivo, con le opposizioni di fatto private della possibilità di offrire il loro contributo al miglioramente della gestione del paese.

Se, infatti, nel corso della seduta cui ho assistito, tutti e quattro i consiglieri di minoranza partecipano attivamente cercando un dialogo/dibattito, all’insegna di una sana dialettica politica, la giunta sembra non avere altra voce oltre a quella del sindaco. Eccezion fatta per gli interventi del primo cittadino, c’è stato solo un contributo da parte del capogruppo di maggioranza in consiglio, Dott.ssa Daniela Greco, nonché segretario PD di Certosa e membro del direttivo provinciale PD, in cui, peraltro, erano espresse solo personali considerazioni riguardanti la creazione di un nuovo gruppo di minoranza e non idee e proposte relative al benessere del paese.


Prima dell’appello (assente per la maggioranza il consigliere Yuri Merli, già in consiglio comunale anche nella scorsa legislatura anche se in un gruppo diverso) il Consiglio si apre con la notizia che il consigliere Sabrina Giussani lascia il gruppo Idea&Lista per crearne uno nuovo.

Per rispetto nei confronti dell’assemblea e dei cittadini, la dott.ssa Giussani spiega di aver preso questa decisione con il proposito di “ fare un’ opposizione sempre più dinamica e propositiva, fermo restando l’affetto e la stima per il gruppo Idea&Lista, con cui ho condiviso e sicuramente condividerò ancora un lungo percorso”.

Il capogruppo di Democrazia e Progresso, Daniela Greco, sostenuta dal sindaco Marcello Infurna, inizia a leggere un documento in cui stigmatizza l’atto del consigliere Giussani, consideraldolo come una prova del fatto che la lista Idea&Lista “sia un insieme di persone di estrazione diversa, con anime troppo differenti etc.”, per poi addentrarsi nell’analisi dei rapporti interni dell’opposizione attraverso la lettura di post facebook del consigliere Giussani.

Visto che l’intervento della dott.ssa Daniela Greco, incentrato sull’analisi dei fattori psicologico relazionali che hanno portato alla creazione del gruppo autonomo, si presenta di fatto privo di qualsiasi elemento utile alla collettività, il consigliere Giussani invita la dott.ssa Greco a sospendere la lettura del discorso e a proseguire, qualora lo ritenesse necessario, la sua analisi politico-psicanalitica in altra sede.

Il sindaco dichiara la liceità di tale “analisi politica” da parte del capogruppo della maggioranza e vorrebbe proseguisse.

La dott.ssa Giussani, assieme al consigliere Maria Vittoria Sereni, ribadisce che non sia utilizzato il Consiglio Comunale per esaltare il “gossip politico”, e chiede che la seduta pubblica sia informativa per i cittadini e produttiva di idee e dibattiti sui temi importanti per il paese.

Infine, il consigliere Daniela Greco desiste dalla polemica e decide di far protocollare le sue “analisi” alla prossima occasione, in modo che comunque diventino pubbliche.
Lettera del Consigliere Giussani

Si passa finalmente all’esame dell’ordine del giorno.

1) Lettura e approvazione verbali seduta precedente

Il verbale -come per prassi- non viene letto, ma approvato dalla maggioranza con l’astensione della minoranza (8 contro 4).

2) Mozione Sereni- Giussani sulla Fondazione Maugeri

Il consigliere Giussani espone la mozione con cui si chiede al Consiglio Comunale una pubblica dimostrazione di solidarietà per i lavoratori Maugeri; il consigliere, inoltre, chiede di intercedere per la promozione di un tavolo di confronto con i sindacati riguardo alla decisione unilaterale del CDA Maugeri di trasformare il contratto dei lavoratori da contratto di sanità pubblica a contratto privato.

La mozione viene adottata come ordine del giorno dal Consiglio Comunale e approvata all’unanimità dai presenti

Mozione Ordine del Giorno Maugeri

3) Interrogazione Sereni piazzale della Certosa.

Il consigliere Sereni, leggendo l’interrogazione, chiede:

a) tempi e modi di riqualificazione del Piazzale della Certosa, anche a seguito della decisione di renderla utilizzabile per matrimoni e feste.

b) utilizzo delle entrate che arriveranno dall’affitto del piazzale e delle altre location

c) se sia alle viste la stipula di convenzioni con i privati che consentano anche l’uso delle strutture per iniziative pubbliche

d) come far coabitare l’affitto per le feste e gli stands del mercatino della Certosa

Il sindaco Infurna sostiene che

a) non ci sia nulla da riqualificare sul piazzale della Certosa; la sola pulizia del piazzale afferisce al Comune, il resto dei fabbricati e delle aree sono private, perciò non è previsto alcun lavoro straordinario

b) Le entrate saranno utilizzate per l’arredo urbano

c) Non ci sono convenzioni con le location ma solo una delibera di consiglio ed un regolamento approvato dalla giunta che individua dei luoghi come uffici di stato civile adatti a celebrare i matrimoni

d)Avranno la precedenza i matrimoni sull’organizzazione dei mercatini nel piazzale della Certosa

Il consigliere Sereni, interviene per chiarire che una domanda implicita era se, una volta presa la decisione di utilizzare location private per i matrimoni, non sarebbe il caso di fare delle convenzioni in modo da poter utilizzare (per un numero di giorni stabiliti) queste location per eventi comunali.

Il sindaco Infurna ribadisce di avere risposto e la facoltà di Sereni è dichiararsi soddisfatta o insoddisfatta. Sereni si dichiara insoddisfatta.
Interrogazione e risposta su Piazzale della Certosa

4) Interrogazione Sereni Cimitero di Cascine Calderari

Il consigliere Sereni legge l’interrogazione in cui si dichiara che il cimitero di Cascine necessita di una riqualificazione. Viene segnalata la presenza di una semi-discarica accanto ai cassoni del verde e si chiede se l’amministrazione abbia intenzione di mettere una telecamera al fine di disincetivare lo scarico abusivo di rifiuti in quell’area.

Il sindaco Infurna dice che la colpa del degrado della zona cimiteriale ricade anche sul consigliere Sereni, che è stata per quasi tutta la legislatura precedente vice sindaco, mentre lo stesso Infurna era solamente assessore.

Detto ciò il sindaco, comunica che farà togliere i cassoni del verde, introducendo un servizio di raccolta porta a porta per gli sfalci. Aggiunge poi che l’installazione delle telecamere è onerosa, e non è possibile prevedere quando potranno essere acquistate.

Il consigliere Sereni replica che nella precedente legislatura non è riuscita a realizzare molti dei suoi progetti a causa di una progressiva emarginazione da parte della maggioranza e che, anche per questo motivo ha deciso di lasciare la giunta, forse, come ella stessa precisa, con eccessivo ritardo.

Il sindaco Infurna replica ancora che facoltà del consigliere dopo la risposta del sindaco è dichiararsi soddisfatta o insoddisfatta, non controreplicare con altre affermazioni.

Il segretario comunale , dott.ssa Flavia Fulvio, presente all’assemblea, sostiene il parere del sindaco.

Inoltre il dott. Infurna fa notare al consigliere Sereni che, sotto l’aspetto formale, le interrogazioni presentate sarebbero classificabili come “proposte” e non come interrogazioni vere e proprie, in quanto queste ultime sono costituite solo da un semplice quesito, senza che vi siano suggerimenti o altre note.

Sereni si dichiara insoddisfatta

Interrogazione e risposta su Cimitero di Cascine

 

5) Interrogazione Sereni cimitero di Samperone

Il consigliere Sereni segnala il degrado del cimitero di Samperone, chiedendo, inoltre, data l’assenza di loculi disponibili, se sia previsto l’ampliamento dell’area e se sia possibile pensare all’installazione di servizi igienici nel cimitero.

Il sindaco, ribadendo ancora una volta che la colpa ricade sulla precedente amministrazione e quindi, pro quota, sull’interrogante, risponde che, a causa delle difficili condizioni finanaziarie del Comune, la creazione di servizi igienici non potrà essere realizzata. Data l’impossibilità di ampliare il perimetro del cimitero, inoltre, il sindaco dichiara che sarà possibile la solo costruzione di ossari ma non di loculi, senza chiarire però le tempistiche relative all’inizio dei lavori. Il dott. Infurna, conclude dicendo che, come sopra esposto, il degrado è frutto di amministrazioni precedenti e che si sta procedendo a migliorarne la manutenzione.

Interrogazione e risposta su Cimitero di Samperone

6) Interrogazione Sereni ciclabile Certosa

Il consigliere Sereni spiega che attorno alla Certosa era presente una staccionata che delimitava la pista ciclabile. La palizzata in legno è stata rimossa tra fine aprile e maggio 2014. Non era in cattive condizioni, come verificabile anche da documentazione fotografica.

Il consigliere Giussani interviene per ribadire che, su questo tema, aveva già presentato un’ interrogazione a fine settembre, ma le risposte dell’amministrazione erano risultate insufficienti.

Prima di entrare nel merito della riposta, Il sindaco sostiene che Idea&lista ha distribuito un volantino in cui si dichiarava che, circa la questione del legname della palizzata, l’amministrazione avrebbe dichiarato il falso e ricorda che è possibile ricorrere alla giustizia, qualora si ritenesse di essere stati calunniati.

Riguardo alla stessa staccionata, il dott. Infurna precisa che la rimozione del legname è stata fatta dalla precedente amministrazione e che non esiste nessuna determina sulla rimozione della palizzata. Parimenti, sottolinea che non ci sono state spese in quanto le operazioni sono state effettuate dalla Protezione Civile locale. Infine il sindaco conclude dicendo che una parte della palizzata, ammalorata, è stata smaltita dalla Protezione Civile stessa presso la discarica di Montebellino, senza alcuna ricevuta né bolla di consegna, mentre il resto della staccionata è oggi disponibile presso la Protezione Civile, e potrà essere impiegata per altri usi, qualora si presentasse la necessità.

Invita, se la opposizione lo ritiene, a fare un esposto in procura.

Il consigliere Giussani sottolinea che non solo l’opposizione potrebbe avere interesse a fare un esposto, ma un eventuale spreco di risorse o di denaro pubblico è interesse di tutti, quindi anche il sindaco stesso potrebbe essere interessato a portare il caso in Procura.

Interrogazione e risposta sulla Staccionata intorno alla Certosa

7) Interrogazione Sereni Ciclabile Cascine

La consigliera Sereni presenta un’ interrogazione sulla pista ciclabile di Cascine Calderari, evidenziando la totale assenza di manutenzione e chiedendo di sostituire le parti compromesse della staccionata, oppure di sostituire interamente la stessa con una siepe.

Il sindaco risponde che la mancanza di denaro rende impossibile qualsiasi tipo di manutenzione del legname. Tuttavia, in caso di disponibilità di fondi si potrebbe pensare ad una riqualificazione della zona; in questo caso l’eventuale riutilizzo della parte sana della staccionata verrebbe immediatamente reso pubblico.

Interrogazione e risposta sulla Ciclabile di Cascine Calderari

8) Variazione e assestamento di bilancio anno 2014

Viene sottoposta al consiglio una variazione di bilancio per l’anno 2014.

Su sollecitazione dei consiglieri Gianini, Cozzi, Sereni e Giussani, vengono rilevate le seguenti variazioni:

  1. dal parcheggio accanto al monumento sono stati ricavati 8.885 euro in più del previsto, impiegati per la manutenzione degli edifici comunali.

Il consigliere Gianini sottolinea una entrata imprevista: la concessione area carburante pagata nel 2014, dopo che l’area carburante è stata dismessa (8.350 euro).

Il segretario comunale Fulvio conferma: è stato incassato perché a inizio anno erano ancora in corso i lavori di smaltimento del deposito della benzina sotterraneo lungo la statale, nell’area occupata dal distributore di carburante.

  1. I fondi destinati ai cimiteri sono aumentati di 15.818 euro.

Il sindaco Infurna spiega che il denaro in più servirà per acquistare un elevatore per le casse, ad oggi sollevate a mano dagli addetti.

  1. Incremento del canone per smaltimento rifiuti (Ci sono 20.000 euro in più per il servizio ASM) . Visto l’aumento del canone il sindaco Infurna spiega che partiranno le multe relativamante al conferimento errato dell’immondizia.

Il consigliere Cozzi chiede lumi riguardo lo stanziamento di 3000 euro aggiuntivi destinati alle manifestazioni per anziani ( i fondi relativi a questa voce in precedenza erano diminuiti, rispetto all’anno scorso, di 5.000 euro).

Il sindaco spiega che un totale di 11.000 euro (rispetto ai 13.000 euro previsti dallo scorso anno) è stato stanziato per 2 pranzi, uno già svolto e uno per Natale, per le spese della sagra e delle luminarie natalizie.

Il consigliere Giussani, assente nello scorso Consiglio Comunale, sottolinea come la destinazione di di 400 euro per la redazione di un bollettino cartaceo comunale, costituisca una spesa non necessaria, soprattutto tenendo conto delle ristrettezze finanziarie del Comune, più volte richiamate dal sindaco nel corso dell’assemblea. Lo stesso consigliere inoltre fa notare come questo bollettino possa rivelarsi l’ennesimo strumento propagandistico e auto-celebrativo dell’attuale amministrazione. La dott.ssa Giussani, inoltre, precisa che i costi del giornalino avrebbero potuto essere ammortizzati con la richiesta di sponsorizzazione rivolta a negozi e ditte locali, in modo da non farlo gravare sui cittadini oppure attraverso una partnership con un giornale già presente e distribuito da oltre 6 anni sul territorio comunale, ossia “Itinera Civitatis”, per dare atto anche di un impegno gratuito e non schierato dello stesso.

Il sindaco sul piano economico ribadisce che la scelta è legittima e che ricorda che nella scorsa seduta, vi era chi,dai banchi dell’opposizione, giudicava i costi troppo ridotti.

Prende la parola il consigliere Cozzi che ricorda come nella precedente seduta fu lui stesso a sostenere che era ridotto il numero dei giornalini comunali previsti (1-2 l’anno) ma non il denaro impiegato.

Interviene anche il capogruppo di maggioranza, consigliere Greco, per dire che grazie a questo giornalino saranno informati dell’attività comunale anche i cittadini che non hanno accesso al web, dove invece la comunicazione delle attività e delle iniziative promesse dalla Giunta è ben radicata.
Assestamento di Bilancio

9) Richiesta di deroga dall’obbligo della gestione associata delle funzioni fondamentali

Il segretario comunale dott.ssa Fulvio spiega che, in base alla legge regionale 24/2014, al superamento dei 5.000 abitanti, un dato Comune non intenzionato ad associare le funzioni fondamentali con altri comuni, è tenuto a chiedere una deroga a quanto disposto dalla legge 122/2010, dichiarando di avere raggiunto i 5.000 abitanti.
Deroga dalla gestione associata delle funzioni fondamentali

Nella votazione 11 voti a favore e uno contrario (consigliere Giussani)

Attorno alle 22 l’assemblea si scioglie

“villa in comune”: da un piccolo paese un sfida esemplare che fa bene al territorio

Editoriale di Giorgio Boatti da La Provincia Pavese del 30 Novembre 2014

Comunque vada a finire la generosa ma difficile sfida che un piccolo paese come Borgarello sta affrontando per fare dell’antico e significativo edificio di Villa Mezzabarba un bene comune, a disposizione della propria comunità e di tutti i cittadini sensibili alle ragioni della cultura e dell’ambiente, è una storia da raccontare perché insegna qualcosa a tutti.
L’importante costruzione settecentesca che costituiva la dimora estiva dei Mezzabarba, poi passata in proprietà della Curia milanese, negli anni Novanta era diventata la residenza del visagista Diego della Palma. Contemporaneamente la rilevante area agricola che la circondava veniva lestamente dichiarata edificabile e lottizzata. Adesso, dopo una bella manciata di anni e vari passaggi di mano, la villa è andata all’asta ed è stata acquistata da un privato, nonostante il Comune avesse appena espresso la volontà di vincolare l’edificio a uso pubblico e non più residenziale.
La difficoltà della sfida sta nel fatto che Borgarello, vincolato come tutti i Comuni italiani al “patto di stabilità”, non può acquisire nuove proprietà, tantomeno questo pregevole edificio (anche se il prezzo espresso all’asta, poco più di 700.000 euro, è decisamente basso).
Infatti negli ultimi anni ogni Comune è stato incoraggiato non ad acquisire ma vendere i pezzi forti del suo patrimonio in ragione di una “spending review” che, pur di tenere inalterata la costosa muscolatura burocratica dello Stato centralizzato, penalizza in modo severo tutti gli enti locali, a cominciare dai Comuni e senza discriminare tra amministrazioni dissennate e amministrazioni oculate. Così è iniziata da parte dei Comuni la stagione delle “svendite” attraverso le quali si sono liquidate partecipazioni in società pubbliche che erogano servizi essenziali e si sono ceduti edifici spesso significativi per la storia delle comunità locali. L’amministrazione comunale di Borgarello, espressa dalla recenti elezioni, ha deciso di prendere un’altra strada: così ha varato l’operazione “Villa in comune” che punta ad acquisire per uso pubblico la Villa Mezzabarba. E intende raggiungere l’obiettivo con modalità nuove: attraverso un soggetto da costituire (una fondazione o un’associazione) e con mezzi finanziari da raccogliere anche attraverso una campagna di crowfunding, ovvero una sottoscrizione volontaria di fondi a livello locale e nazionale, col contributo di tutti i cittadini che intendono sostenere l’iniziativa. Tutto questo costituisce un esempio importante soprattutto perché messo in atto da una località minore ma capace, nonostante le difficoltà, di muoversi su orizzonti ampi e duraturi. Infatti la “Villa in comune” nelle intenzioni dei promotori dovrebbe diventare il volano di una riqualificazione urbanistica e culturale.
Una scelta quanto mai rilevante per un paese che negli scorsi anni ha subito non solo edificazioni e lottizzazioni a gogò ma, prima dell’insediamento del sindaco Lamberti, era l’obiettivo dell’insediamento di un centro commerciale che avrebbe snaturato gravemente un territorio che sta a ridosso della Certosa e occupa una parte significativa del parco Visconteo.
La “Villa in comune” dovrebbe dunque essere un tentativo per sostituire, alle passate tentazioni di insediamenti commerciali destinati a infliggere pesanti handicap a tutti, altri scenari. Quelli capaci di puntare su un’ulteriore vivibilità di tutta la zona e su un’economia che, facendo rete con i Comuni vicini, sappia valorizzare in modo più dinamico il flusso turistico sulla vicina Certosa arricchendo l’offerta con iniziative legate al Parco Visconteo, alla battaglia di Pavia combattuta proprio lì accanto e con altri progetti. In questo modo si potrà avviare passo dopo passo quel distretto culturale visconteo di cui, da troppo tempo, sentiamo bisogno.

Il ministero alza la voce «La gestione dei monaci è un freno alla rinascita»

Articolo di Isabella Fantigrossi – Da Il Corriere della Sera – 29 Novembre 2014

PAVIA
Cinque mesi. È il periodo che manca all’inizio di Expo. Ed è pure l’ultima occasione, un anno dopo le prime promesse, per cambiare qualcosa nella gestione della Certosa di Pavia, definita per la prima volta da Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario ai Beni culturali con delega a Expo, «inadeguata».
In questi ultimi mesi, mentre parecchie risorse sono arrivate, non si è ancora riusciti a rendere più fruibile uno dei monumenti più conosciuti della regione. E il rischio che niente cambi prima dell’arrivo dei 20 milioni di turisti previsti per Expo c’è.
Ancora oggi a gestire la Certosa, di proprietà demaniale, è una piccola comunità di monaci cistercensi, nonostante manchi un atto di concessione del bene. Il motivo? Lo si era letto in una relazione di un tavolo tecnico sulla Certosa: «L’assenza di una formale concessione è legata al timore dei monaci di doversi accollare le spese di manutenzione del complesso». I monaci, nel frattempo, fanno quello che possono: tengono aperte poche parti del complesso e per quattro ore e mezza al giorno e organizzano poche visite. Dallo scorso dicembre, quando le carte sulla Certosa sono arrivate in Procura (che poi ha archiviato l’indagine non intravedendo il reato di omissione di lavoro in edifici che minacciano rovina ma segnalando la questione al Provveditorato alle opere pubbliche), la promessa è stata di firmare una nuova convenzione con i monaci per avere almeno orari di apertura più lunghi e associazioni del terzo settore in aiuto ai frati.
Ma fino a oggi è un nulla di fatto.
Spiega Ilaria Borletti Buitoni: «Lo Stato sta facendo la sua parte. A ostacolare purtroppo un accordo in vista di Expo è l’atteggiamento di non apertura dei monaci. I frati si sentono attaccati e hanno paura che s’interferisca con la loro vita monastica». Mentre i monaci chiedono ai visitatori in uscita un obolo, ancora oggi manca un biglietto d?ingresso, utile a portare soldi in cassa: «Ci vorrebbe ma non possiamo imporlo se i frati non sono d?accordo». Pochi monaci, dunque, tengono in scacco il ministero? «Non è così. Il padrone di casa è lo Stato che potrebbe anche decidere di riprendersi il bene da un momento all’altro. Non lo fa perché non vuole farlo. Senza i monaci -dice Borletti- la Certosa sarebbe un luogo morto». Anche perché, dice qualcuno, Demanio e ministero non avrebbero le risorse per gestirla. Ma l’urgenza non è solo Expo: «Nelle comunità monastiche non c’è più ricambio, i frati si stanno purtroppo progressivamente ritirando dalle certose. Anche a Pavia dobbiamo capire le loro intenzioni». La speranza del sottosegretario è che a gennaio comunque qualcosa si sblocchi: «Con il nuovo anno, con la riforma del ministero, cambieranno le figure di riferimento e il dossier sulla Certosa sarà riaperto. A quel punto, così sotto Expo, gli stessi monaci si renderanno conto che bisogna arrivare a un qualche compromesso». Per il futuro Borletti è ottimista: «È appena stato approvato dalla commissione bilancio della Camera un fondo per la manutenzione dei beni culturali. Se in primavera il fondo sarà istituito, avremo finalmente a disposizione 100 milioni di euro in più all’anno dal 2016 al 2020 e l’ipotesi che il ministero possa prendersi in carico il bene si fa più credibile». Per ora, però, tutto è fermo.

Borgarello compra villa Mezzabarba

Articolo di Stefania Prato da La Provincia Pavese del 22 Novembre 2014
Il sindaco Lamberti tenterà di aggiudicarsi l’asta per lo storico immobile, lanciato finanziamento collettivo con i cittadini
villaBORGARELLO Il progetto è ambizioso: acquistare villa Mezzabarba.
Ma l’amministrazione Lamberti vuole provarci e lo fa attraverso un’operazione di crowdfunding, cioè di finanziamento collettivo.
Lancia così una raccolta fondi per poter comprare la grande villa del ’700 che fu residenza estiva dei Mezzabarba e che, mercoledì prossimo, andrà all’asta giudiziaria che, questa volta, partirà da circa 761mila euro. Soldi che il Comune non ha a disposizione, ma che spera di trovare in un paio di mesi.
Ed è deciso a far valere il diritto di prelazione.
«Un diritto che è possibile esercitare, in quanto si tratta di un bene di interesse storico e artistico», precisa il sindaco Nicola Lamberti. Se l’asta non andrà deserta e un privato sarà quindi interessato ad acquistare un palazzo storico di circa 2mila metri quadrati, ci saranno sessanta giorni di tempo, a partire dall’assegnazione formale del bene, per trovare i soldi.
E, per farlo, la raccolta fondi esce dai confini locali.
«E’ un sogno – ammette Lamberti – ma ci piace crederci e vorremmo provarci».
Per i cittadini e per il paese. Perché questa potrebbe essere una bellissima risposta al megamarket. «Dai cittadini arriverebbe un segnale preciso», chiarisce il sindaco. Si parte da una base d’asta di circa tre milioni di euro nel 2012 per arrivare agli attuali 761mila euro. Se nessuno sarà interessato, toccherà al curatore fallimentare decidere se rifare l’asta, e in questo caso il prezzo scenderebbe di un ulteriore 20%, oppure andare a trattativa privata.
«Ci rendiamo conto che è un’iniziativa unica, quella di chiedere aiuto ai cittadini, ma vogliamo tentare – dice Lamberti -. La villa infatti si sarebbe potuta ottenere con la realizzazione del centro commerciale e per noi amministratori sarebbe stato più facile optare per questa soluzione». Con conseguenze come l’aumento dell’inquinamento e del traffico.
«Senza l’insediamento commerciale – precisa – i cittadini finiranno per risparmiare decine e decine di minuti che invece avrebbero speso in auto, ma il tempo ha un valore altissimo.
E una delle ragioni per cui ci siamo opposti all’intervento è proprio la tutela del bene comune».

Certosa, incendio in una casa. Famiglia sgomberata

Articolo di Stefania Prato da La Provincia Pavese del 22 Novembre 2014
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CERTOSA. Incendio, ieri sera, in un’abitazione di via Marconi.
Le fiamme sono divampate all’improvviso, intorno alle 18.30, e sul posto sono immediatamente intervenuti i vigili del fuoco. Dai primi accertamenti l’origine non sembra dolosa. Pare invece che a provocare l’incendio sia stata la stufa lasciata incustodita.
Nella casa di via Marconi, una traversa dell’ex statale, vicino all’hotel Certosa e sopra il negozio di acconciature Charlie, vivono in tre, padre, madre e la loro bambina, di nazionalità ucraina. Nei prossimi giorni verranno ospitati da amici.
Le fiamme hanno divorato l’appartamento e buona parte del tetto è crollata. I pompieri hanno lavorato per ore per sedare le fiamme, proseguendo fino alle 23.30.
«Insieme ad alcuni cittadini – spiega il sindaco Marcello Infurna – siamo intervenuti per gestire la viabilità. Per fortuna, nonostante l’entità del danno all’edificio, le persone che occupavano la casa stanno bene. Ora attendo la relazione dei pompieri per emettere un’ordinanza che dichiari l’inagibilità dello stabile, mentre è già stata messa in sicurezza l’area circostante. Il Comune seguirà la famiglia, fornendo tutto il sostegno necessario».

Alghe, funghi, batteri, licheni: allarme biologico per la Certosa

Le pareti verdi del monumento della Certosa sono il segnale, preoccupante, di un attacco di microrganismi.
A parlare di “croste nere, esfoliazioni, erosioni nel prezioso sito” è uno studio dell’Istituto centrale per il restauro.

Da La Provincia Pavese, articolo di Stefania Prato, 11 novembre 2014

CERTOSA. Le pareti verdi del monumento della Certosa sono il segnale, preoccupante, di un attacco di microrganismi. A parlare di “croste nere, esfoliazioni, erosioni nel prezioso sito” è uno studio dell’Istituto centrale per il restauro che punta l’indice su una crescita biologica che, associata all’inquinamento, può risultare decisamente dannosa per marmi, affreschi e tutte quelle straordinarie opere d’arte conservate nel complesso della Certosa. Alghe, funghi, batteri, licheni.

Spetta a biologi e microbiologi individuare gli organismi che minacciano le opere artistiche e architettoniche. E da un’indagine della professoressa Maria Guglielminetti, docente del Dipartimento di Scienza della terra e dell’ambiente, laboratorio di micologia, eseguita sui legni del coro nuovo, già alcuni anni fa aveva individuato la presenza di funghi. Il gruppo di ricercatori del laboratorio dell’Orto Botanico, Università di Pavia, sottolinea “le potenzialità degradative dei microrganismi, soprattutto fungini” e ricorda che “le infiltrazioni, oltre a causare un danno strutturale e visivo, possono costituire un ulteriore punto di partenza per le proliferazioni microbiche”. “Se all’umidità dell’aria si associa la presenza di acqua – spiega la professoressa Marinella Ridolfi ricercatrice del laboratorio di micologia – è inevitabile una crescita di microorganismi e di funghi. Per questo è importante intervenire per impedire infiltrazioni”. Non va poi dimenticato che si sta cercando di conservare opere realizzate nell’antichità e quindi con sostanze naturali.

Megamarket: anche la Provincia si accoda al NO di Borgarello

Da La Provincia Pavese del 9 Novembre 2014 – Articolo di Linda Lucini

BORGARELLO. «Sul centro commerciale non posso che prendere atto della posizione del Comune di Borgarello».
Così dice il presidente Daniele Bosone al termine dell’incontro svoltosi in Provincia con il sindaco Nicola Lamberti dopo l’ultimatum dato dalla società bergamasca per il 20 novembre.
Se entro quel giorno il Comune non si deciderà a dare seguito alla firma del protocollo d’intesa, l’azienda bergamasca è pronta a chiedere due milioni di euro di danni, come già annunciato.
fotoE lo scontro ormai sembra irrinviabile tant’è che lo stesso Bosone, nell’anticipare la risposta che darà all’azienda, sottolinea che «ognuno ha la sua autonomia». «Noi in questa vicenda siamo l’ultima ruota del carro – dice il presidente della Provincia – Sulla vecchia proposta la decisione tra noi era unanime, su quella nuova le posizioni sono diverse.
Lamberti farà le sue azioni, mentre noi, per competenza, siamo interessati solo per le garanzie che riguardano la parte della viabilità. A questo punto dirò alla società che la Provincia non può che convocare una conterenza di servizio sulla viabilità, ma che lo farò solo nel caso venisse data l’autorizzazione al centro commerciale. Ipotesi che, al momento, pare essere la più lontana possibile. C’è da parte di Borgarello una volontà netta per il no anche di fronte al secondo progetto. A questo punto non possiamo che prendere atto delle attuali posizione e quindi non è il caso di discutere oltre».
Il sindaco Nicola Lamberti sembra infatti intenzionato a procedere ad una riconversione del terreno su cui dovrebbe sorgere l’insediamento da commerciale in agricolo, mettendo definitivamente la parola fine ad una vicenda che dura da più di dodici anni.
E nella riunione l’ha spiegato chiaramente a Bosone e ai sindaci di Giussago Massimiliano Sacchi di Certosa Marcello Infurna e all’assessore all’Urbanistica Angelo Gualandi in rappresentanza del Comune di Pavia. Lamberti aveva al suo fianco il vicesindaco Laura Baronchelli e l’assessore Francesco Briganti, tutti coesi e intenzionati a non accogliere il progetto bis del centro commerciale.
Lamberti ha fatto il punto della situazione raccontando tutta la cronistoria del progetto nel silenzio degli altri amministratori locali e ha spiegato che intende cambiare destinazione nel Pgt all’area in questione.
A quel punto Bosone si è limitato a dire: «Ne prendo atto» e la discussione tra i sindaci sul progetto del centro commerciale si è chiusa definiti vamente.
In finale si sono esaminati anche alcuni problemi riguardo alle piste ciclabili della zona e alla situazione delle strade danneggiate.