Borgarello, Bosone rilancia il centro commerciale

Dopo la corretta bocciatura della Regione Lombardia, che rimandava il mittente la richiesta, la risposta della Amministrazione Provinciale alla nuova edizione del progetto di Centro Commerciale a Borgarello (“nulla osta“) ha suscitato in questi giorni molte reazioni – soprattutto da parte di molti cittadini ed associazioni che per anni  hanno studiato il progetto e gli impatti sul territorio.

Articolo di Stefania Prato da La Provincia Pavese, 25 marzo 2016

La Provincia dà il nulla osta alla discussione sul nuovo progetto di centro commerciale. Sindaci infuriati. Lamberti: «Scelta incomprensibile». Depaoli: «Inaccettabile».

Centro commerciale atto terzo. Dopo il “no” della Regione, arriva dalla Provincia il nulla osta per chiedere al Comune di riavviare l’iter: il documento inviato a Regione Lombardia e al Comune di Borgarello è firmato dal presidente Daniele Bosone.
Per l’amministrazione Lamberti è una doccia fredda: «Un nulla osta non dovuto e non richiesto». Un atto che lascia stupito anche il sindaco di Pavia Massimo Depaoli che lo definisce «inaccettabile». Nicola Lamberti, primo cittadino del paese il cui destino da anni è ormai legato a questo intervento commerciale, si dice «stupito». E a stupirlo non è solo il fatto che la Provincia non abbia ritenuto opportuno avvertire prima la sua amministrazione, ma è anche il colpo di mano di un ente che aveva deciso di far ricorso contro il progetto precedente. «Un ricorso peraltro vinto», precisa il sindaco. Che sul fatto che il nuovo provvedimento faccia ripartire l’iter procedurale è invece tranquillo. Non solo perché non spetta alla Provincia, ma solo al Comune. Ma

Centro Commerciale di Borgarello
Centro Commerciale di Borgarello

anche perché «per dare il via all’accordo di programma è necessario un progetto».
«Progetto che non c’è – spiega Lamberti –. Esiste solamente una bozza, uno schema che non entra nel dettaglio e che era stato consegnato in municipio lo scorso 23 dicembre».
E dai documenti in possesso del Comune, dice il sindaco, il centro commerciale non risulta affatto ridotto. La metratura è maggiore, passata dai precedenti 40mila metri quadrati agli attuali 58mila. Non solo. «Risulta peggiorata anche la viabilità, in quanto, per evitare di coinvolgere il Comune di Pavia, la società ha deciso di anticipare l’ingresso sull’ex statale, determinando, a nostro avviso, un aumento del traffico che, in quel punto è già al collasso – sottolinea Lamberti – Per questo non riusciamo a capire la posizione incoerente della Provincia. In passato si era opposta al vecchio progetto, ritenendolo dannoso proprio perché avrebbe peggiorato la viabilità di questa parte di territorio».
Parecchie quindi le perplessità nei confronti del comportamento di Piazza Italia. «Mi sembra anche strano che il presidente, che ritengo conosca la normativa, non sappia dell’inutilità di questo nulla osta. E mi chiedo come mai, su una questione tanto delicata, invii una lettera senza avvertire prima l’amministrazione di Borgarello». In effetti l’atteggiamento della Provincia lascia esterrefatto anche il Comune di Pavia nonostante, in questa nuova fase non sia più coinvolto nell’iter procedurale.
«Il nostro Comune non ha più un ruolo da comprimario– allarga le braccia il sindaco Depaoli –, ma, in ogni caso, non riusciamo a capire la scelta dell’ente provinciale nei confronti di un insediamento che continuiamo a considerare impattante per l’intero territorio e nei confronti del quale continuiamo a ribadire la nostra contrarietà». Resta il fatto che Progetto commerciale, la società bergamasca che intende realizzare il nuovo mega market, ci riprova. Nei mesi scorsi aveva inviato in Regione la richiesta di avviare l’accordo di programma, richiesta neppure presa in considerazione da Palazzo Pirelli, «in quanto a presentare domanda per iniziare l’accordo spettava ad un ente pubblico e non ad un privato».
E siccome il Comune continua a ritenere fortemente impattante anche questo secondo nuovo progetto, è stato necessario il coinvolgimento della Provincia. Che ha provveduto a presentare il nulla osta. Perché, spiega il presidente Bosone sul documento, «la soluzione progettuale, rispetto alla precedente, risulta modificata sia dal punto di vista delle dimensioni che delle destinazioni insediabili».

Alan Ferrari
Il dibattito che si è riaperto in questi giorni sul centro commerciale di Borgarello mi impone di esprimere di nuovo la mia opinione.
Ebbene, senza fronzoli dico che mantengo tutte le forti preoccupazioni che ho sempre manifestato, in particolare quando ero Segretario provinciale del Partito Democratico, sia per l’impatto urbanistico e viabilistico, sia per la tipologia di sviluppo che questo insediamento propone.
Si tratta di preoccupazioni che non vedo come possano essere fugate.
Se spettasse a me la scelta amministrativa io direi di NO.
E non ho detto a caso “se spettasse a me”, perché ritengo che il punto da cui partire è che nessun Ente superiore o nessun partito politico può imporre una scelta diversa al Comune di Borgarello, che decide legittimamente di non accettare un insediamento commerciale come questo sul proprio territorio.
“Pavia” ha altre priorità: dalle infrastrutture (compresa la tangenziale di Certosa) all’inquinamento, dal consumo di suolo all’economia circolare, fino all’innovazione.
Concentriamo lì tutte le nostre energie.

Renato Bertoglio
Un mese fa l’ufficio legislativo della giunta regionale aveva bloccato il nuovo iter procedurale del centro commerciale di Borgarello, in quanto la richiesta di “accordo di programma” era stata presentata dalla proprietà, mentre secondo il regolamento regionale l’iniziativa spetta ad un ente pubblico.
Ed ecco che a distanza di meno di un mese, stante la contrarietà dei comuni di Borgarello e Pavia, il presidente della Provincia dà il proprio nulla osta per l’avvio della procedura.
Qualcuno potrà rimanere stupito, non noi che abbiamo sempre seguito la vicenda, perché alle dichiarazioni formali contrarie al progetto, la Provincia ha fatto seguire anche atti che andavano in senso contrario, come nel 2012 quando promosse una conferenza di servizi per la viabilità legata al centro commerciale, nonostante le perplessità sulla procedura da più parti manifestate.
Ora nella lettera inviata il 22_3_16 il presidente Bosone, per giustificare il nulla osta, si spinge a scrivere che: “ – L’operatore dimostra un forte impegno a realizzare opere compensative sia infrastrutturali, che ambientali ed economiche fra le quali, in particolare, la realizzazione della tangenziale di Certosa di Pavia”.
Non avevamo dubbi che più passa il tempo più la proprietà sia disposta ad aumentare le compensazioni per realizzare un progetto che dal 2001 persegue tenacemente e che economicamente renderebbe prima di tutto per la trasformazione dei terreni da agricoli a commerciali.
Ma il progetto va valutato sulle compensazioni o per quello che comporterebbe inserito sul territorio provinciale e su una strada che già ora è satura di traffico? E’ così che la Provincia si fa interprete del “territorio”?
Legambiente Provincia di Pavia


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