“villa in comune”: da un piccolo paese un sfida esemplare che fa bene al territorio

Editoriale di Giorgio Boatti da La Provincia Pavese del 30 Novembre 2014

Comunque vada a finire la generosa ma difficile sfida che un piccolo paese come Borgarello sta affrontando per fare dell’antico e significativo edificio di Villa Mezzabarba un bene comune, a disposizione della propria comunità e di tutti i cittadini sensibili alle ragioni della cultura e dell’ambiente, è una storia da raccontare perché insegna qualcosa a tutti.
L’importante costruzione settecentesca che costituiva la dimora estiva dei Mezzabarba, poi passata in proprietà della Curia milanese, negli anni Novanta era diventata la residenza del visagista Diego della Palma. Contemporaneamente la rilevante area agricola che la circondava veniva lestamente dichiarata edificabile e lottizzata. Adesso, dopo una bella manciata di anni e vari passaggi di mano, la villa è andata all’asta ed è stata acquistata da un privato, nonostante il Comune avesse appena espresso la volontà di vincolare l’edificio a uso pubblico e non più residenziale.
La difficoltà della sfida sta nel fatto che Borgarello, vincolato come tutti i Comuni italiani al “patto di stabilità”, non può acquisire nuove proprietà, tantomeno questo pregevole edificio (anche se il prezzo espresso all’asta, poco più di 700.000 euro, è decisamente basso).
Infatti negli ultimi anni ogni Comune è stato incoraggiato non ad acquisire ma vendere i pezzi forti del suo patrimonio in ragione di una “spending review” che, pur di tenere inalterata la costosa muscolatura burocratica dello Stato centralizzato, penalizza in modo severo tutti gli enti locali, a cominciare dai Comuni e senza discriminare tra amministrazioni dissennate e amministrazioni oculate. Così è iniziata da parte dei Comuni la stagione delle “svendite” attraverso le quali si sono liquidate partecipazioni in società pubbliche che erogano servizi essenziali e si sono ceduti edifici spesso significativi per la storia delle comunità locali. L’amministrazione comunale di Borgarello, espressa dalla recenti elezioni, ha deciso di prendere un’altra strada: così ha varato l’operazione “Villa in comune” che punta ad acquisire per uso pubblico la Villa Mezzabarba. E intende raggiungere l’obiettivo con modalità nuove: attraverso un soggetto da costituire (una fondazione o un’associazione) e con mezzi finanziari da raccogliere anche attraverso una campagna di crowfunding, ovvero una sottoscrizione volontaria di fondi a livello locale e nazionale, col contributo di tutti i cittadini che intendono sostenere l’iniziativa. Tutto questo costituisce un esempio importante soprattutto perché messo in atto da una località minore ma capace, nonostante le difficoltà, di muoversi su orizzonti ampi e duraturi. Infatti la “Villa in comune” nelle intenzioni dei promotori dovrebbe diventare il volano di una riqualificazione urbanistica e culturale.
Una scelta quanto mai rilevante per un paese che negli scorsi anni ha subito non solo edificazioni e lottizzazioni a gogò ma, prima dell’insediamento del sindaco Lamberti, era l’obiettivo dell’insediamento di un centro commerciale che avrebbe snaturato gravemente un territorio che sta a ridosso della Certosa e occupa una parte significativa del parco Visconteo.
La “Villa in comune” dovrebbe dunque essere un tentativo per sostituire, alle passate tentazioni di insediamenti commerciali destinati a infliggere pesanti handicap a tutti, altri scenari. Quelli capaci di puntare su un’ulteriore vivibilità di tutta la zona e su un’economia che, facendo rete con i Comuni vicini, sappia valorizzare in modo più dinamico il flusso turistico sulla vicina Certosa arricchendo l’offerta con iniziative legate al Parco Visconteo, alla battaglia di Pavia combattuta proprio lì accanto e con altri progetti. In questo modo si potrà avviare passo dopo passo quel distretto culturale visconteo di cui, da troppo tempo, sentiamo bisogno.


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