Naviglio navigabile: anche Pavia dice sì al piano da 16 milioni

Da La Provincia Pavese di Domenica 3 Agosto 2014. Articolo di Stefania Prato

BORGARELLO
Il progetto sulla navigabilità del Naviglio Pavese incassa il parere favorevole dai 12 Comuni  che vi si affacciano, quelli a cui si era rivolto il Comitato per la tutela della Certosa.
Dopo Milano, il «sì» è arrivato anche da Pavia e dalla Provincia. Un progetto, fa sapere l’avvocato Franco Maurici del Comitato, che dovrebbe costare circa 16 milioni di euro, contro i 160 già stanziati per le «Vie d’Acqua», progettazione naufragata, dopo essere stata contestata per il forte impatto ambientale.
Adesso i sindaci prepareranno una lettera da inviare al commissario di Expo Giuseppe Sala e a Raffaele Cantone, presidente dell’Anticorruzione.
naviglio1Se ne è discusso venerdì sera in un incontro che si è svolto a Borgarello.
«Sarà tutto pronto per settembre», fa sapere il sindaco di Borgarello, Nicola Lamberti che sottolinea l’importanza di «un’opera di rilevanza storica e architettonica». «Rendere navigabile il Naviglio Pavese – sottolinea il primo cittadino – è fondamentale per valorizzare il sistema turistico del territorio, con evidenti benefici anche sull’economia locale. Il progetto non è impattante, ma si limita a prevedere il ripristino di alcune chiuse».
Ad occuparsi dello studio è il dipartimento di Ingegneria civile dell’Università di Pavia che punta a ripristinare la percorribilità dalla Darsena di Milano a Borgo Calvenzeno, passando da Certosa e Borgarello.
«Siamo favorevoli a ogni sforzo che migliori l’attrattività del territorio – sottolinea Marcello Infurna, sindaco di Certosa –. La navigabilità può costituire un vettore importante per una mobilità sostenibile e una valorizzazione turistica».
Per Maurici ora è necessario «muoversi in tempi rapidi per non perdere il treno di Expo».
«La proposta della navigabilità di questo corso d’acqua è finalizzata anche alla valorizzazione del monumento della Certosa – spiega l’esponente di Italia Nostra –. Il ministro Franceschini ha stilato l’elenco dei poli museali nazionali, in tutto 27, di cui 10 in prima categoria e 17 in seconda, escludendo Certosa. Una decisione incredibile. Andremo avanti nella nostra battaglia per una riorganizzazione del complesso monumentale che porterebbe effetti positivi sul turismo e sull’occupazione giovanile. Lo Stato si sta dimostrando impotente anche nei confronti dei cinque monaci che gestiscono la Certosa, come dimostra il fatto che non si sta definendo la convenzione. Nessuno vuole cacciare la comunità religiosa, ma la gestione deve tornare ad essere statale».
Stefania Prato


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