Allarmismo e prediche sulla Certosa di Pavia

In risposta all’articolo dell’arch. De Stefani pubblicato su “La Provincia Pavese” del 21 Maggio 2014 a pag.10, qui di seguito vi proponiamo l’articolo dell’avvocato Franco Maurici.

Il Comitato per la Tutela e lo Sviluppo della Certosa di Pavia non è soltanto “locale” come mostra di credere l’arch. De Stefani. A esso aderiscono illustri professori dell’Università di Pavia (Ferloni e Maggi), dell’ Università Bicocca di Milano (Rossi e Ferretto) e dell’Università Statale di Torino (Marra), gli ultimi due esperti di turismo e poi tanti altri operai, professionisti, pensionati, agricoltori.

Il Comitato non chiede a chi intende aderire di mostrare la tessera di partito: e così arruola persone di estrema destra, di destra, di centro, di sinistra e di estrema sinistra oltre gli apolitici.

Il Comitato si batte non solo per un orario di visite più soddisfacente, ma soprattutto per la costituzione di un Polo museale internazionale e per la riapertura della biglietteria da affidare non a società governate da parlamentari ma direttamente allo Stato, che riappropriarsi della gestione di tutto il complesso proventi compresi.

E’ offensivo il predicozzo dell’arch. De Stefani circa la necessità di una seria valutazione dell’operato delle pubbliche amministrazioni. E’ intollerabile l’insinuazione che le critiche del Comitato siano viziate da pregiudizi e da un’errata percezione dei fatti, quasi che lui sia un grande esperto di diritto penale-amministrativo tanto da deplorare la prima denuncia che peraltro non è stata presentata dal Comitato. Queste accuse sono rivolte a persone e associazioni che con sacrifici anche economici si sono battute con successo per la tutela del patrimonio culturale: contro il Centro Commerciale a Borgarello; contro la lottizzazione della Vernavola; contro la cementificazione delle fasce R3 e R4 del Ticino; contro la devastazione dell’ortaglia delle Clarisse a Pavia.

Dov’era l’arch. De Stefani durante queste battaglie? Probabilmente sorseggiava il the nella Carthusiana insieme alla Sovrintendente, riservando la sua arroganza polemica per le critiche al Comitato.

Se fossimo stati inibiti dalla deferenza per le pubbliche amministrazioni, raccomandata dall’arch. De Stefani, non avremmo ottenuto i successi a tutti noti.

Lo stato di degrado della Certosa è non solo fisico ma altresì organizzativo e culturale. Solo alcuni di noi sono competenti in materia di restauro, ma noi tutti abbiamo occhi, mani e organi sensoriali. Abbiamo infilato le mani sotto il basamento delle colonne del transetto e subito ne è scesa una nuvola di polvere, inequivocabile segno di disgregazione della pietra. Per l’umidità i vestiti si sono appiccicati al corpo. Abbiamo visto nelle cappelle del lato sud decorazioni e affreschi danneggiati da infiltrazioni. Abbiamo visto transenne alla base della facciata nord prospiciente verso il cortile; abbiamo visto il cedimento parziale di alcuni tetti per il sovraccarico di tegole; abbiamo visto sul lato esterno nord della chiesa molti mattoni sbiancati e angoli erosi.

Due agricoltori aderenti al Comitato, che sono assai più competenti in materia dell’arch. De Stefani, ci hanno riferito che la recinzione esterna è crollata tempo fa per l’allagamento della risaia fino al limite della muratura; che a causa del’abbassamento del terreno conseguente all’allagamento appaiono instabili il parapetto della peschiera e le colonne del pergolato.

Vogliamo andare a vederli insieme, arch. De Stefani? Abbiamo letto la Sua risposta anticipata: la zona è piena di risaie. Si ma è obbligatorio realizzarne una proprio nel contorno al Monumento? Distingue frequenter ammonivano gli scolastici.

Chi lavora alla Certosa è paralizzato non dalle nostre critiche che probabilmente condivide, ma dal timore di reazioni dei politici a cui questa situazione va bene, a cui interessa non il futuro del complesso, del turismo, della formazione e occupazione dei giovani ma il presente: tutto ciò da cui il pacifico esercizio di questa politica di clientele e privilegi suole essere accompagnata.

A costoro noi diciamo non abbiate timore, aderite al Comitato. Vi accoglieremo a braccia aperte. Insieme ci libereremo da questo barbaro dominio che “a ognuno puzza”.

 

Pavia, 24/05/14

Franco Maurici

 


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