Documenti sulla Certosa negati a un senatore ed a un consigliere regionale

Riportiamo qui un interessante comunicato del Movimento Cinque Stelle Pavia che, attraverso il consigliere regionale Iolanda Nanni e il senatore Luis Orellana stanno cercando di fare chiarezza sullo stato del monumento e sulla gestione attuale
( da http://www.listacivica5stellepavia.it/?p=6667  )

Venerdì 10 Gennaio 2013, il Senatore Orellana e la Consigliera regionale Nanni hanno incontrato i dirigenti dell’Agenzia del Demanio, Direzione Regionale Lombardia – presenti il Direttore Regionale Ing. Luca M. Terzaghi e la Responsabile Servizi Territoriali arch. Giovanna Fedrigucci, per acquisire copia dei documenti amministrativi relativi alla gestione e tutela del complesso monumentale della Certosa di Pavia, a seguito di regolari richieste di accesso agli atti effettuate nel Novembre 2013.

stelle_certosaIl complesso monumentale della Certosa di Pavia è da oltre un secolo monumento nazionale, e la proprietà è statale, precisamente del Demanio: gli atti relativi alla gestione, tutela e promozione del complesso sono quindi atti pubblici di interesse nazionale. Ciò nonostante, il Demanio ha negato l’accesso agli atti sia al Senatore Orellana sia alla Consigliera Nanni, nel caso di Orellana sostenendo che il Senatore «non si configura soggetto legittimato all’esercizio dell’accesso». In modo singolare, l’Agenzia del Demanio ha quindi sostenuto che un Senatore della Repubblica, che rappresenta tutti i cittadini italiani, non sarebbe un «soggetto legittimato» all’accesso agli atti pubblici relativi alla Certosa di Pavia! Motivazioni analoghe sono state fornite per negare l’accesso agli atti anche alla Consigliera Nanni.

Secondo Orellana: «prendiamo atto del diniego del Demanio a fornirci copia dei documenti richiesti, e esploreremo tutte le modalità offerte dalla legge per ricorrere contro tale rifiuto. Verificheremo con i nostri legali se sia legalmente possibile il negare ad un Senatore della Repubblica e ad una Consigliera regionale l’accesso ad atti pubblici relativi a un monumento nazionale di proprietà dello Stato». Nanni dichiara: «Trovo sconcertante la risposta del Demanio. Darò pieno mandato ai miei legali di verificare se tale risposta sia conforme ai precisi obblighi di legge relativi alla trasparenza degli atti amministrativi e al principio di leale collaborazione fra Istituzioni».

Nel corso dell’incontro, durate tre ore, Orellana e Nanni hanno posto puntuali domande, fondate sui documenti della scheda ARCUS2009 e dei verbali dei tavoli tecnici del Demanio, circa la messa a norma del complesso, in particolare degli impianti elettrici ed anti-incendio, l’esistenza di un piano organico e complessivo di gestione e monitoraggio del complesso, l’entità e l’origine dei finanziamenti finalizzati alla tutela del bene, l’entità degli introiti privati derivanti dalle libere donazioni dei turisti nei confronti di chi attualmente gestisce senza averne titolo il complesso: a queste domande i dirigenti del Demanio presenti all’incontro hanno dato risposte orali evasive, senza esibire alcuna prova documentale e certa. In particolare, i dirigenti del Demanio presenti all’incontro hanno dichiarato che non esiste un monitoraggio preciso del flusso di turisti annuale relativo al complesso monumentale, che non c’è una rendicontazione fatta dal proprietario del complesso, il Demanio stesso, degli introiti derivanti dalle libere donazioni dei turisti ai gestori privi di titolo del complesso, che attualmente non esiste un piano complessivo ed organico di recupero e rilancio del complesso monumentale: tali “risposte” vanno inquadrate in un contesto che vede la gestione da parte dei frati del complesso monumentale priva di un titolo formale dal 1983, data in cui è scaduta la convenzione fra i frati e il Demanio per la gestione del complesso. Sono passati trenta anni da quando è scaduta la convenzione per la gestione della Certosa di Pavia non è più stata regolarizzata formalmente la gestione dell’area principale del complesso, né è stata regolarizzata la presenza dei frati, nonché la loro gestione del complesso monumentale, né è stato elaborato un piano di recupero e rilancio organico e complessivo del monumento nazionale.

Il Senatore Orellana e la Consigliera Nanni hanno rinnovato il loro impegno a favore di una corretta e regolare gestione della Certosa di Pavia che sia conforme alle leggi e all’altezza del ruolo per il territorio e per l’Italia che potrebbe rivestire tale inestimabile monumento nazionale. Segnaliamo che a riguardo dell’attuale gestione del complesso è stato depositato un esposto alla Procura della Repubblica a firma della Consigliera Iolanda Nanni, e che il Senatore Orellana e la Consigliera Nanni hanno dato mandato ai loro legali di verificare la legittimità del rifiuto da parte del Demanio di consentire l’accesso agli atti amministrativi relativi alla gestione del monumento nazionale. Il M5S non rinuncerà a fare luce e chiarezza su cosa sia avvenuto in questi trent’anni alla Certosa di Pavia, e sulle responsabilità politiche di chi avrebbe dovuto assicurare una gestione corretta, trasparente, conforme alle leggi del monumento nazionale.


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Commenti

Una risposta a “Documenti sulla Certosa negati a un senatore ed a un consigliere regionale”

  1. caterina

    A PROPOSITO DI TRASPARENZA : ARCH. ROGNONI dell’articolo Provincia Pavese allegato è lo stesso ROGNONI a cui è affidato il progetto recupero chalet della Certosa?

    PAVIA. Punta Est, per cominciare. Poi, con un effetto domino, le verifiche della procura di Pavia si sono allargate ad altri cantieri e appalti, tra cui quello di Green Campus.
    Ma in quasi sei mesi di indagine nel mirino è finito, di fatto, il piano urbanistico della città, come sembra dimostrare l’acquisizione delle bozze del Pgt. L’inchiesta condotta dal magistrato Paolo Mazza, di cui Punta Est e Green Campus sono solo due ramificazioni, esplode ad aprile, quando al dirigente dell’Urbanistica Angelo Moro e al docente universitario Angelo Bugatti vengono notificati avvisi di garanzia per il cantiere di Punta Est.
    Secondo l’accusa, sarebbero stati immessi sul libero mercato appartamenti destinati a servizi universitari.
    Le prime avvisaglie di questa indagine erano giunte il 23 dicembre 2011, quando la polizia giudiziaria aveva sequestrato documenti su Punta Est all’ufficio territorio. Per questo, il sindaco aveva sospeso dall’incarico Angelo Moro e affidato la guida dell’urbanistica a Francesco Grecchi.
    A maggio la procura notifica altri sei avvisi di proroga delle indagini: l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla truffa riguarda l’ex vicesindaco Ettore Filippi, il figlio Luca Filippi, che è presidente di Asm Lavori, ancora il dirigente dell’Urbanistica Angelo Moro, il dirigente dei Lavori pubblici Francesco Grecchi, l’architetto Vittorio Rognoni, che è tecnico dello sportello unico per l’edilizia del Comune, e il geometra Arturo Marazza (che ha avuto un ruolo anche nell’iniziativa immobiliare del centro che ospita il Carrefour sulla Vigentina).
    A settembre la procura acquisisce i documenti sulla lottizzazione di Green Campus, un’operazione da 6 milioni di euro, che riguarda un complesso di appartamenti destinati a essere affittati a studenti universitari. L’attività della procura prosegue a colpi di acquisizioni di documenti nell’ufficio dell’urbanistica. Secondo l’ipotesi della procura la ragnatela di cantieri e appalti sarebbe tenuta insieme da un sistema di accordi illeciti tra imprenditori e funzionari pubblici.
    Nell’ambito di questo contesto di indagine più generale, viene indagato anche l’imprenditore Dario Maestri (che ha già ricevuto un avviso di garanzia per la vicenda di Punta Est), insieme a Ettore Filippi, ex vicesindaco di Pavia, che sarebbe rimasto coinvolto, insieme all’imprenditore, nel versamento di 35mila euro a un funzionario della Soprintendenza (anche lui indagato) per accelerare la pratica di un cantiere a Pavia.
    20 ottobre 2012

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