Certosa, trova ladri in casa e li convince ad andarsene

Da La Provincia Pavese 23 Novembre 2013

CERTOSA. C’è chi si spaventa, chi li accoglie a bastonate, chi li accompagna con gentilezza alla porta e torna a dormire come se nulla fosse.

Carlo Manzini, ex consigliere comunale, fra i fondatori dell’Auser di Certosa, quando si è ritrovato faccia a faccia con i ladri – dopo un primo momento di comprensibile smarrimento – ha scelto un metodo soft per scacciare l’intruso.
«Erano circa le 4 del mattino – racconta il 78enne che abita in via Principale alla frazione di Torriano – quando ho sentito il cancello elettrico che si apriva.
Allora sono sceso per capire cosa stava succedendo.
E mi sono ritrovato faccia a faccia con il ladro».
In pratica c’era in azione una banda composta da tre malviventi. Per entrare nel cortile, avevano spaccato la serratura elettrica che si trova sul muro esterno.
Poi avevano fatto un contatto con i fili per far scattare il meccanismo di apertura.
«Così è entrato il primo ladro – ricostruisce Manzini –. Peccato che poi il cancello, essendo elettrico, si sia richiuso alle sue spalle».
Trattandosi di una corte, il malvivente si è ritrovato nell’impossibilità di fuggire. I due complici sono rimasti invece chiusi fuori. Non per questo si è perso d’animo.
Prima ancora di tentare di uscire, ha rovistato nei box che si affacciano sul cortile, e ha preso una scala per cercare di raggiungere le finestre del primo piano.
E’ stato in quel momento che Manzini è uscito dalla porta di casa, in pigiama, trovandosi faccia a faccia con il bandito. «La prima cosa che gli ho chiesto è cosa stava facendo – prosegue –. Mi ha detto che era venuto a trovare dei parenti. Peccato che qui ci abitiamo solo noi. Avevo comunque capito che si trattava di un ladro. Allora l’ho mandato a quel paese, in maniera bonaria, sorridendo.
Come per dire: “Ma non mi raccontare balle, ho capito benissimo chi sei e cosa stai facendo”. Poi l’ho preso per un braccio e l’ho accompagnato verso il cancello.
Ho infilato la chiave nella serratura elettronica e le porte si sono aperte. Ed è lì che ho visto che c’erano altri due complici che armeggiavano vicino alla serratura esterna. Forse stavano cercando di riaprire, non lo so. Gli ho detto di andarsene. Il ladro non se l’è fatto ripetere ed è salito in auto con i complici. Poi sono fuggiti sgommando. Io ho chiuso tutto e sono tornato a dormire.
Non volevo che mia moglie si svegliasse e si agitasse. Solo il giorno dopo le ho raccontato tutto».
«Io sono così – conclude –. Non ho pensato che mi potesse fare male. L’ho trattato con gentilezza, io sono così per natura. Era giovane, forse dell’Est, ma avrebbe potuto essere mio nipote».


Pubblicato

in

da

Tag:

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Completa la \ * Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.