Turismo e recupero del Patrimonio: l’Italia salvata dai privati

Da La Stampa, 11 Novembre 2013
di Giuseppe Salvaggiulo

Rinasce a Firenze Villa Tolomei. Il modello applicato ad altri 117 beni del demanio

 Il progetto si chiama «valore Paese-dimore» e riguarda 117 immobili di proprietà statale in tutta Italia: castelli, fortificazioni, caserme, conventi, palazzi, ville, fari, isole. Caratteristiche comuni: «grande pregio artistico, localizzazione in tessuti storici e paesaggistici di qualità, mete turistiche e culturali affermate o potenziali». L’obiettivo è trasformarli in resort di lusso, campus universitari e sale convegni, centri benessere. Lo strumento è la concessione al privato fino a cinquant’anni, in cambio della ristrutturazione.

La novità, rispetto ai tanti proclami del passato finiti in fumo, è che il progetto pilota è andato in porto. Si tratta della villa Tolomei a Firenze. Dopo sei anni di lavori, il rudere rinascimentale è diventato un hotel a cinque stelle e nel parco di 17 ettari sono stati reimpiantati vigne e ulivi, come secoli prima. I privati, che hanno investito alcuni milioni di euro per il restauro, gestiranno l’albergo per cinquant’anni. Anche Capo Spartivento in Sardegna e la Dogana Vecchia di Molfetta in Puglia sono considerati modelli positivi.

Ora il piano entra nel vivo. La difficoltà è data dal fatto che ogni immobile ha specificità (architettoniche, urbanistiche, di tutela e restauro) che obbligano a procedure differenziate. L’Agenzia del demanio vuole chiudere tutte le pendenze amministrative prima di rivolgersi ai privati, per garantire agli investitori certezza giuridica ed evitare cantieri aperti e poi inevitabilmente bloccati. Necessario, in ogni caso, il nulla osta e il controllo costante del ministero dei Beni culturali.

Secondo Marco Parini, presidente di Italia Nostra che ne ha discusso in un convegno organizzato dall’Istituto nazionale di urbanistica a Torino, bisognerebbe anche prevedere clausole contrattuali più rigorose per sottrarre automaticamente l’immobile al privato in caso di lavori pericolosi dal punto di vista storico-artistico.

Dei 117 immobili catalogati, la procedura è stata avviata per 69, tra cui 13 palazzi, 12 caserme e altrettanti fari, 6 edifici religiosi, 4 torri, 4 ville, 3 castelli, 3 carceri, 3 fortini, un podere e una piccola isola. Si tratta di Poveglia, nella laguna di Venezia, dove nel 421 si rifugiarono padovani ed estensi per sfuggire all’invasione barbarica. Divenuta stazione di transito e controllo sanitario degli equipaggiamenti dei bastimenti, fu poi adibita a lazzaretto. Ora è disabitata.

Nel piano sono coinvolte tutte le regioni tranne Valle d’Aosta, Abruzzo, Molise, Basilicata. Ventisette beni occupano una superficie fino a 2000 metri quadri, solo 8 hanno una superiore ai 10 mila. Due terzi non richiedono trasformazioni dei piani regolatori comunali, il che agevola la pratica. L’obiettivo è mettere sul mercato i primi otto beni entro la fine dell’anno: due caserme e il padiglione ufficiali a Peschiera del Garda, il podere Colombaia a Firenze, i caselli daziari all’Arco della pace di Milano, il castello Orsini a Soriano nel Cimino nel viterbese, la villa Favorita di Ercolano e il convento di San Domenico a Taranto. Per il podere fiorentino alle pendici della collina di Arcetri sono arrivate proposte da investitori internazionali, con il coinvolgimento di architetti di fama come Norman Foster e Zaha Hadid.

Link al sito dell’Agenzia del Demanio VALORE PAESE DIMORE | Link all’elenco dei beni PORTAFOGLIO IMMOBILIARE


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